Sostenibilità

Riso, funghi, pigmenti inorganici: così Albini rivoluziona la tavolozza dei colori

Scritto il

di Pascale Mattei

Una tintura ottenuta dall’acqua di lavaggio del riso, un colore ocra ricavato da bagni di corrosione provenienti da elettrodomestici destinati alla discarica, un ammorbidente tessile composto di olio vegetale di canapa utilizzato nella cosmetica… Quello che potrebbe sembrare l’idea inverosimile di un apprendista stregone è ora una realtà, frutto della ricerca del gruppo bergamasco Albini.

Le origini del gruppo Albini

Conosciuta in tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi tessuti in cotone e lino, ha intrapreso questa avventura nel 2019, con Albini Next: un’azienda dedicata alla open innovation, un’innovazione senza confini o codici prestabiliti per creare i tessuti del futuro, realizzati con soluzioni tangibili di sostenibilità ambientale.

All’epoca ci siamo resi conto che tutta la ricerca che avevamo fatto sul prodotto, sulle finiture, sulle strutture, non era sufficiente. Dovevamo andare oltre, immaginare soluzioni fuori dagli schemi, e devo dire che nel settore tessile questo ragionamento non era scontato.

Ricorda Stefano Albini, l’amministratore delegato di Albini Group.

Questo think tank, che impiega direttamente tre giovani ricercatori – due ingegneri, tra cui la direttrice Giorgia Carissimi, e una creativa laureata al Royal College of Art – e si avvale della collaborazione di numerosi ricercatori, si trova a Bergamo, nell’ormai noto Kilometro Rosso, considerato uno dei principali distretti europei dell’innovazione.

Il Kilometro Rosso di Bergamo

Concepito come un vero e proprio campus di circa 400mila metri quadri, questo edificio, la cui chilometrica facciata rossa progettata dall’architetto Jean Nouvel è visibile dall’autostrada A4, ospita i centri di ricerca di 75 aziende europee dei settori più disparati (ingegneria, meccanica, robotica, biotecnologie, scienze della vita) che lavorano secondo il principio dell’innovazione aperta, che consente di condividere tra loro tutti i rispettivi progressi.

Un esempio recente, presentato tre giorni fa, permette di comprendere l’intensità degli scambi all’interno di Kilometro Rosso: Albini Next ha creato una partnership con BGreen Technologies, una startup nata nel 2019 per sviluppare le biotecnologie (in particolare alghe e funghi) nel tessuto economico italiano al fine di promuovere la transizione verso una bioeconomia circolare. Insieme, le due società studiano la creazione di nuovi coloranti biologici di origine fungina, applicabili ai tessuti, in particolare i cotoni.

I nostri ricercatori sono spiriti liberi: osservano, sperimentano, parlano tra loro, viaggiano anche.

Impatto economico delle sperimentazioni

Spiega Stefano Albini, che accenna anche all’impatto economico:

Queste fasi di sperimentazione, fondamentali prima di arrivare all’industrializzazione hanno un costo.

E questi costi industriali sono talvolta condivisi con i clienti di Albini, in particolare con il colosso francese del lusso Kering, molto sensibile allo sviluppo sostenibile: possiede un proprio centro di ricerca a Milano, il Material Innovation Lab.

Abbiamo un ottimo rapporto con loro – afferma Giorgia Carissimi – Se ritengono che i nostri progetti siano interessanti, partecipano al finanziamento.

Tra i tanti progetti in corso, Albini Next sta lavorando a progetti di riciclo meccanico o bio-chimico per capi che potrebbero tornare a essere un filo, o di up-cycling per incoraggiarne il riutilizzo in altri settori, come il design. In tutti i casi, l’obiettivo è gestire il ciclo di vita del prodotto, dalla creazione alla fine del ciclo di vita.