Sostenibilità

Satelliti e gamberetti contro gli sprechi d’acqua

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di Alessandro Misson

Satelliti interferometrici per individuare le perdite occulte dallo spazio. Controllo remoto della rete d’impianti, condotte, serbatoi e bypass, per garantire il servizio anche d’estate, quando la domanda raddoppia per la presenza dei turisti. Investimenti, anche del PNRR, per il potabilizzatore, moderne condotte, nuove sorgenti, sistemi di early warning per la sicurezza dell’acqua del Gran Sasso. Ruzzo Reti, la società acquedottistica della provincia di Teramo, a capitale interamente pubblico detenuto dai sindaci, è un esempio virtuoso di gestione di un bene primario come l’acqua.

Ogni anno l’Italia spreca 900 milioni di litri d’acqua potabile tra vecchie tubature, furti su larga scala e inefficienze, con una percentuale media di dispersione del 44%. Ruzzo Reti continua invece a migliorare le sue performance, attestandosi quest’anno al 27%. Non è andata sempre così: anche l’acquedotto del Ruzzo in passato era un colabrodo, con dispersione superiore al 40%. A Teramo la differenza l’ha fatta la nuova governance, per la prima volta guidata da una donna, Alessia Cognitti, e da un gruppo di tecnii capitanato da Pierangelo Stirpe, ingegnere con esperienza nel settore ambientale.

Nell’ultimo quinquennio hanno ottimizzato gli impianti esistenti, concentrato gli investimenti su nuovi impianti e usato la tecnologia, guardando ai migliori. Innanzitutto, gli israeliani, che con la tecnica SAR intercettano dall’alto l’acqua nel sottosuolo. Attraverso i satelliti gestiti dal CNR, Ruzzo Reti ha mappato la sua rete di circa 3.500 km, alla ricerca di falle impossibili da individuare a terra, intervenendo con risparmio di tempo, di lavoro e di acqua attraverso la prelocalizzazione. Identico approccio con la principale fonte del territorio, la sorgente nel cuore del massiccio del Gran Sasso, da sempre problematica per la coabitazione forzata tra tunnel autostradali dell’A24, i laboratori di fisica nucleare dell’Infn e un’imponente riserva d’acqua che d’estate serve un bacino di 700mila persone.

Per scongiurare contaminazioni e la messa a scarico di migliaia di litri, il Ruzzo ha creato un sistema di sorveglianza dei parametri dell’acqua captata dalle gallerie, affidandosi alla bioingegneria dell’IZSAM, introducendo colonie di Daphnia Magna, gamberetto che vive solo in acque pure: se continua a riprodursi, significa che l’acqua da bere è eccellente.

Evitare gli sprechi in un acquedotto significa anche distribuire la quantità d’acqua al momento giusto per un determinato numero d’utenze, sulla base di una domanda prevedibile: Ruzzo Reti ha creato un “rubinetto intelligente” fatto di dati digitali, capace di captare l’acqua di scarto dei bacini idroelettrici, immettendola nel sofisticato potabilizzatore di Montorio al Vomano, che a sua volta contribuisce a rifornire la rete nei momenti di necessità.

La combinazione di queste tecnologie permetterà di colmare lo storico gap della rete periferica – quella al confine con le Marche – e di fornire acqua a una parte della provincia di Pescara, storicamente in deficit.

La sensibilizzazione contro lo spreco d’acqua inizia con i bimbi

Una bambina di nome Mia e un gamberetto di nome Daffy. Sono i protagonisti di un fumetto realizzato da Ruzzo Reti per sensibilizzare i bambini sul corretto utilizzo della risorsa idrica, evitando gli sprechi. Durante l’anno scolastico 2022-23 la pubblicazione è stata distribuita tra migliaia di studenti delle scuole elementari della provincia di Teramo, riscuotendo un grandissimo successo. La governance del Ruzzo si è impegnata in un percorso di sensibilizzazione di promozione della sostenibilità ambientale capillare, partecipando in prima persona a centinaia d’incontri e contribuendo a modificare attivamente le abitudini di consumo dell’acqua attraverso i più piccoli, veri motori dell’innovazione delle abitudini familiari.