Sostenibilità

Stampanti laser addio: svolta green di Epson

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A cura di Barbara Millucci

Epson dice basta alle stampanti laser entro il 2026, per via dell’elevato impatto sull’ambiente, e punta sulla tecnologia inkjet a freddo. L’attenzione ai consumi energetici e la riduzione dei rifiuti sono diventati fondamentali per ogni azienda che si rispetti.

A differenza della tecnologia laser, che richiede calore per fondere il toner sulla carta, i sistemi inkjet funzionano a freddo, quindi hanno consumi energetici decisamente minori.

Secondo i dati elaborati da IDC, inoltre, il segmento delle macchine a getto d’inchiostro per l’ufficio dovrebbe crescere a un tasso del 5,1% all’anno in Europa occidentale, mentre la domanda dei modelli laser subire un calo dello 0,4% su base annua.

«La decisione di abbandonare il mercato delle stampanti laser è coerente con le nostre scelte, che non possono guardare solo agli interessi commerciali» sottolinea Massimo Pizzocri, ad di Epson Italia.

«Guardiamo all’innovazione sostenibile e le stampanti laser non rientrano in questo quadro, poiché consumano di più rispetto ai modelli inkjet. La nostra attività sarà incentrata sulla tecnologia inkjet a freddo con testina piezoelettrica, di cui siamo proprietari. Saremo così in grado di fornire soluzioni di stampa efficienti e sostenibili».

Entro il 2050 Epson intende diventare carbon-negative ed eliminare l’uso di risorse naturali esauribili quali petrolio e metallo.

Guidato da Seiko Epson Corporation con sede in Giappone, il Gruppo Epson genera un fatturato annuo di circa 1.000 miliardi di Yen (circa 7,5 miliardi di euro).

Compatta e leggera, la nuova linea a getto d’inchiostro comporta un minore impiego di risorse e agevola la spedizione, lo stoccaggio e la gestione dei materiali di consumo, oltre a ridurre i tempi della manutenzione.