Sostenibilità

Zordan, la sostenibilità del lusso inizia dagli arredi

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di Maria Chiara Pellizzari

È una vera e propria metamorfosi quella di cui è stata protagonista l’azienda valdagnese-vicentina Zordan, società benefit che da piccolo laboratorio di falegnameria avviato da Attilio Zordan nel 1965 si è evoluta sino a diventare uno dei principali player nella realizzazione di spazi retail per i brand del lusso. Nota per aver realizzato gli arredi dei negozi delle più importanti firme del lusso, Zordan ha chiuso il 2022 con 25 milioni di fatturato aggregato e nel 2023 è in costante crescita.

La storia di un’impresa che ha saputo evolvere senza perdere di vista valori e persone. L’azienda sta infatti facendo scuola sul coinvolgimento dei dipendenti nelle scelte.

Stiamo progettando la costituzione di un trust in cui conferire il 10 per cento delle azioni, con l’obiettivo di stringere poi un patto di sindacato che consenta ai dipendenti di avere una rappresentanza che acceda al consiglio di amministrazione.

Racconta l’amministratore delegato Maurizio Zordan. Sono 111 i dipendenti, di cui una trentina negli Stati Uniti, dove Zordan è presente con un’unità produttiva in Michigan.

Tra le aziende sostenitrici del movimento B Corp in Italia, Zordan è stata la prima azienda a livello globale nel settore dello shopfitting a ottenere la certificazione già nel 2016.

Alla base c’è la centralità dell’uomo nella vita aziendale, promuovendo la cultura e la bellezza.

Spiega l’ad. Nella nuova sede inaugurata il 19 maggio a Valdagno (in via Attilio Zordan, intitolata proprio al fondatore), saranno inclusi, oltre allo stabilimento produttivo e agli uffici, una mock-up room e il museo d’impresa. Non solo: i dipendenti potranno allenarsi in una palestra interna e ricaricare le energie in spazi ricreativi. Dal 2019 Zordan ha adottato un modello organizzativo innovativo:

Abbiamo abolito i legami gerarchici, a favore di team multidisciplinari con le figure tradizionalmente considerate apicali a supporto e che rispecchiano la filosofia aziendale del mettersi a servizio degli altri. Muovendoci come pionieri sul mercato, non ci aspettavamo il grande riscontro osservato nei mesi seguenti in termini di engagement della squadra e di redditività.

Tra gli investimenti, quelli per la sostenibilità ambientale:

Se guardiamo ai dati globali dell’inquinamento da gas serra, è evidente quanto le imprese siano parte del problema e quanto la gestione delle emissioni debba essere un elemento centrale di tutte le politiche aziendali, ma questo deve basarsi su criteri di misurazione oggettivi.

Sottolinea Alfredo Zordan, direttore commerciale che, applicando il modello CFP SA (carbon footprint, o impronta di carbonio) ha sviluppato un sistema di calcolo che quantifica le emissioni di gas a effetto serra  prodotte dalla realizzazione dei propri arredi, in tutte le fasi. Non solo:

In quanto società benefit, ci siamo impegnati nell’applicazione della normativa esistente attraverso uno strumento che potesse fungere da guida per i nostri clienti, grandi player del lusso, nella progettazione di concept sempre più virtuosi. Ci piace, infatti, pensare che questo nostro approccio possa essere fautore di bellezza sostenibile, portando lo sforzo di un singolo a diventare un incredibile lavoro di squadra. Zordan, non si limita ad operare in modo sostenibile ma va oltre, ispirando altre aziende al cambiamento con diverse modalità, tra cui l’istituzione di un premio, Zordan sustainability award che dà un riconoscimento alle aziende innovatrici «impegnate a plasmare futuri desiderabili.

 Soluzioni non convenzionali per affrontare la complessità

«La nostra è una famiglia dove prima della mia ci sono state quattro generazioni di falegnami: nostro padre è stato l’ultimo», racconta l’ad Maurizio Zordan. «Nel 1965 insieme a nostro nonno ha acquisito la Società Anonima Falegnami, una cooperativa basata a Valdagno che realizzava manufatti per l’industria tessile locale. Nostro padre ha acquisito questa azienda, soprattutto i macchinari, che erano la cosa più importante per poter lavorare, e ha iniziato la sua attività, prima nella cantina di casa e poi nel primo laboratorio», continua Zordan, che si autodefinisce temporary owner dell’azienda, guardando al futuro.

Parlando di «futuribilità dell’azienda e nuove generazioni», già da diversi anni Zordan ha creato un’Accademia per la formazione rivolta a giovani dai 19 ai 26 anni. «In palio ci sono quattro assunzioni che permetteranno ai giovani selezionati di essere inseriti nell’azienda di Valdagno o nella nuova realtà produttiva americana. «L’obiettivo è trasferire conoscenza e l’arte del saper fare ai giovani talenti nelle varie discipline produttive».

Maurizio Zordan
Maurizio Zordan

Maurizio Zordan, dopo un’esperienza di cinque anni in Marzotto Spa come controller della divisione tessuti, è entrato nell’azienda di famiglia nel 1996. Dal 2001 ricopre il ruolo di amministratore delegato e nel 2009, insieme ai fratelli Marta e Alfredo, ha acquisito la proprietà. «Da manager sono diventato imprenditore. Credo nel capitalismo responsabile e mi viene naturale sperimentare soluzioni non convenzionali per affrontare la complessità. Credo che le persone con la loro cultura siano il vero elemento che differenzia ogni organizzazione. La diversità è l’ingrediente più potente che può essere messo a fattore comune per affrontare la crescente complessità».