Finanza e Risparmio

Taglio all’Irpef agricola, c’è l’accordo: compromesso Meloni Salvini

Scritto il

E alla fine l’accordo, faticoso e tribolato, la maggioranza lo ha trovato nella serata di ieri: dopo un serrato faccia a faccia tra il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, il suo vice Maurizio Leo e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida dovrebbe arrivare in tempi brevissimi l’emendamento al decreto Milleproroghe che con ogni probabilità finirà per disinnescare gran parte delle proteste di questi giorni degli agricoltori italiani: niente pagamento Irpef sui terreni agricoli con redditi fino a 10mila euro cui si aggiunge il taglio del 50% sui redditi tra i 10 e i 15mila euro.

Quest’ultima soluzione rappresenta un compromesso rispetto a quella auspicata dal capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che chiedeva di estendere lo sconto fino ai 30mila euro. La misura, che non sarà in vigore solo per il 2024 ma che vorrebbe essere resa semi strutturale e di medio termine sia da Leo sia da Lollobrigida, sancisce di fatto un nuovo punto a favore della premier Giorgia Meloni nella logorante guerra di nervi con il suo vice e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

«Quello che gli agricoltori chiedono sono le posizioni che il governo italiano ha tenuto in Europa su molti dossier, e su qualcuno abbiamo vinto, come sui fitofarmaci»

ha ribadito la presidente del Consiglio in un’intervista al Tg5. La Lega, storicamente sempre molto vicina al movimento e alle proteste dei trattori, non vuole essere da meno nel rivendicare la paternità dei provvedimenti; fonti del Carroccio esprimono infatti “grande soddisfazione per la determinazione del governo a rivedere il provvedimento sull’Irpef, così come richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini”. Forza Italia si accoda: «un risultato che copre oltre il 95% dei contribuenti del settore», affermano soddisfatti dai vertici del partito. A godere della nuova esenzione Irpef potrebbero essere circa 387mila aziende agricole (stima di Coldiretti) contro le 430mila che ne hanno beneficiato negli anni passati, segno – continua l’associazione degli agricoltori – che il settore sta registrando una rilevante contrazione numerica. Comunque, con l’emendamento del governo sarebbe esclusa dall’esenzione solo un’azienda su 10.

Fronte politico ricompattato dopo le divisioni inziali, resta spaccato quello delle proteste

Dopo la pubblicazione sul sito del Ministero dell’Agricoltura della costituzione del tavolo tecnico, uno dei portavoce del movimento “Riscatto agricolo”, Maurizio Senigagliesi, dichiara che il presidio romano è pronto alla smobilitazione entro i prossimi due giorni. Il leader di Coldiretti Ettore Prandini, a Bruxelles per incontrare la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola e il commissario europeo per l’Agricoltura, in una dichiarazione rilasciata a Repubblica prima di volare in Belgio si è nuovamente smarcato dalle manifestazioni:

«Molte richieste mi sembrano confuse, noi preferiamo tramutare le proteste in proposte. È in Europa che dobbiamo far sentire la nostra voce»

Sull’ipotesi che questo approccio filogovernativo serva da trampolino di lancio per una candidatura alle Europee di giugno, Prandini è tranchant: “Non mi interessano altre cariche”.

Di tutt’altro tenore le intenzioni della parte più ribelle del movimento dei trattori che si riconosce nella leadership di Danilo Calvani e della sua CRA Agricoltori Traditi: confermata la grande manifestazione di giovedì a Roma, dove – salvo ripensamenti dell’ultimo minuto – dalle 15 al Circo Massimo sono attesi tra i 15 e i 20mila agricoltori in arrivo soprattutto dal Centro e dal Sud. Afferma Calvani in una nota: “

«Quella di giovedì sarà solo la prima delle nostre manifestazioni. La protesta andrà avanti»

Ha annunciato la propria partecipazione anche Giuliano Castellino, ex leader romano di Forza Nuova, oggi a capo di “Italia Libera”, condannato in primo grado per l’assalto alla sede della Cgil.