Inchieste

AI come Internet, non è una moda passeggera

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di Paola Stringa

BlackSheep MadTech Fund è il primo fondo di venture capital verticale europeo, focalizzato su investimenti in tecnologie legate all’industria del marketing e dell’advertising.

Gestito da EUREKA! Venture SGR, investe in aziende attive nei settori dei Big Data, della Robotic Process Automation, dell’Artificial Intelligence e ha appena finanziato la nascita di una piattaforma per il marketing di nuova generazione, supportata proprio dall’AI: Blendee, nata dall’integrazione tra due aziende italiane, Neodata Group e Adabra.

È guidato da Umberto Bottesini, Sandro Moretti, Marco Caradonna e Giovanni Strocchi, un team di manager che hanno ricoperto ruoli primari nel settore del digital marketing in Europa.

Il Settimanale ha incontrato Sandro Moretti, cofounder e managing director che, da esperto, prima che da investitore, ha una sua idea sull’AI.

«Non è solo una tecnologia: l’AI è la nuova Internet. La portata del cambiamento è simile è quel che è successo 20 anni fa con l’esplosione di internet. Non solo: è qui per rimanere. Non è una moda passeggera, non è il metaverso. Crediamo che creerà valore, in alcuni settori più che in altri. Il MadTech, l’Healtcare e il Fintech saranno più impattati».

La specializzazione per un fondo è una leva vincente?

Il modello verticale esiste in altri settori, nel MadTech siamo i primi e anche gli unici in Europa. La specializzazione è un grande vantaggio competitivo, è un modo diverso di realizzare i fondi di investimento. Oltreoceano i fondi verticali sono numerosi, in Europa sono più diffusi i fondi tecnologici orizzontali e generalisti, che usano come metodo la selezione in fase early stage per portare in portafoglio aziende che diversifichino il rischio. Il metodo verticale invece si basa sul merito. Noi del team di Blacksheep veniamo da questa industria e ciò ci consente di avere un vantaggio rispetto agli altri, perché conosciamo tutti gli operatori europei del settore, sappiamo riconoscere un prodotto innovativo, parliamo quella lingua e comprendiamo il mercato, così possiamo essere d’aiuto concreto nella costruzione di un business plan e nell’affiancamento ai founder nell’attività di sviluppo prodotto e sui tavoli commerciali.

Verso quali società orientate i vostri investimenti e perché?

Verso società europee che abbiano sviluppato un prodotto software B2B, distribuito come software as a service, che si occupi di migliorare, facilitare, automatizzare la relazione tra la marca e i consumatori. Si tratta di tecnologie che si applicano ai sistemi di CRM o all’advertising verso nuovi clienti, che fanno raccolta, elaborazione ed attivazione dei dati. Difficilmente si tratta di startup, piuttosto investiamo in aziende da 1 a 10 milioni di ricavi, che devono crescere ma hanno già sviluppato il prodotto.

Quali sono gli elementi dirompenti di una tecnologia in sviluppo che vi convincono e che supportate perché promettono una grande crescita?

La prima è la semplicità, questo vale sia nel mondo consumer che nel mondo del business. Il futuro è di quei prodotti e di quei servizi che non hanno bisogno del libretto delle istruzioni. Software di nuova generazione, la cui attivazione non abbia particolari costi per l’utilizzo. La seconda è l’interoperabilità. Il futuro è di quei software interoperabili, che si integrano con software già esistenti.

Che ruolo ha e avrà l’intelligenza artificiale sulle dinamiche di questo settore?

Quasi tutte le nostre partecipate usano questa tecnologia perché oggi aiuta fortemente il business. Per il marketing l’AI offre diverse opportunità, come la capacità di sollevare tante persone da lavori ripetitivi, la personalizzazione del messaggio che oggi è ancora costosa, la possibilità di generare modelli di attribuzione precisa del risultato con analisi sulle varie leve. Come ogni tecnologia disruptive, tuttavia, il suo utilizzo non è privo di minacce, che hanno a che fare con una distribuzione senza regole; la perdita di controllo input output su una mole enorme di dati. E, ultima ma non meno importante, il rischio che aumenti ulteriormente le diseguaglianze.