Inchieste

Sicilia: imprese senza pagamenti a rischio sopravvivenza

Scritto il

di Antonio Giordano

Sui pagamenti da parte dell’amministrazione regionale alle imprese della Sicilia si è scatenata una “tempesta perfetta”. Fatta di una doppia tornata elettorale, nazionale e regionale, il 25 settembre ma anche dovuta a ritardi nell’approvazione del bilancio regionale e tempi lunghi per il riaccertamento dei residui attivi.

Tutti motivi che hanno fatto sì che in Sicilia l’amministrazione iniziasse a pagare le imprese solo da settembre per i lavori effettuati nel corso del 2022. Adesso l’aspetto che inquieta maggiormente le PMI è che gli enti preposti non completino i pagamenti prima della chiusura dell’anno finanziario.

«Ad aggravare ulteriormente la situazione – spiega il presidente di Cna Costruzioni Sicilia, Luca Calabrese – sono i tempi di risposta degli enti chiamati ad accertare la regolarità delle imprese. Riscontriamo tempistiche lunghe con  le Agenzie delle Entrate territoriali in merito alle richieste di rateizzazioni delle imposte da parte delle imprese, in alcuni casi impossibilitate ad onorare il debito, proprio per non aver ricevuto regolarmente le spettanze dovute nei tempi stabiliti».

A rischio c’è la stessa sopravvivenza delle imprese. «Parecchie imprese di costruzioni –  afferma Calabrese – saranno costrette a chiudere, se i pagamenti pendenti non saranno saldati entro fine anno». Tutto questo era una zavorra legata al passato. Poi hanno pesato le elezioni. Complice una legge da modificare ed alcuni errori nel conteggio dei voti, ancora il governo non è nel pieno delle sue funzioni. La prima seduta dell’Assemblea si terrà la prossima settimana. Considerati i tempi della politica siciliana è possibile che l’esecutivo inizi a lavorare solo da fine mese.

Il coordinatore regionale di Cna costruzioni, Maurizio Merlino ha rivolto un appello al neo presidente Renato Schifani affinché «intervenga  tempestivamente, per aprire subito una nuova fase di concertazione con le Associazioni datoriali affinché non si ripetano più gli errori del passato».

Attacca duro anche l’Ance Sicilia per bocca del suo presidente Santo Cutrone: «Abbiamo avviato le pratiche legali contro l’indecoroso malcostume dei mancati pagamenti alle imprese. Sappiano, i responsabili, che siamo pronti a denunciarli ad uno ad uno, ritenendoli personalmente responsabili di tutte le conseguenze civili e penali di tali comportamenti».