La Settimana Politica

Case green e auto elettriche: le direttive della discordia

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di Pasquale Napolitano

L’Europa mette le mani sulla casa degli italiani e si prende le chiavi dell’auto. Tra Roma e Bruxelles è già finito l’idillio?

Il vicepremier Matteo Salvini si è rimesso fare l’anti-Ue. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni resta in silenzio. Non può fare diversamente. Ma fa trapelare l’irritazione per una doppia decisione su auto e case, assunta dai burocrati nei Palazzoni di Bruxelles e Strasburgo. E che rischia di pesare come un macigno sulle tasche degli italiani.

La prima è arrivata a febbraio, con il via libera da parte della plenaria del Parlamento alla direttiva che impone alle case automobilistiche di produrre dal 2035 solo auto a basso impatto ambientale. Un mese dopo, stesso palcoscenico: martedì 14 marzo la Plenaria di Strasburgo approva la direttiva che impone agli Stati dell’Unione europea di adeguare i propri edifici privati e pubblici alle classi energetiche di prima fascia.

La seconda pesa di più e colpisce il cuore della ricchezza italiana: la casa. La politica italiana si divide. Le forze di sinistra, dal Pd ai Verdi, votano a favore della direttiva. Il centrodestra si compatta e prova a bloccare le due direttive. Il Ppe si spacca, si tratta fino all’ultimo nelle stanze di Strasburgo per un emendamento correttivo. Nulla da fare.

Ora entra in campo il governo: si avvierà la fase di triangolazioni tra Parlamento e Commissione e Consiglio per trovare un punto di sintesi. E qui Meloni dovrà dimostrare la sua forza. Agli italiani però interessa quale sarà la conseguenza.

La direttiva sulla casa prevede che tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2028, mentre i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche dovrebbero esserlo già dal 2026 (la Commissione ha proposto rispettivamente il 2030 e il 2027). Inoltre tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, ove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali in fase di ristrutturazione hanno tempo fino al 2032 per conformarsi.

Ancora, gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030 (la Commissione ha proposto F ed E). Qui si concede dunque più tempo per rendere gli immobili rispondenti all’agenda green dell’Unione europea.

Per le auto invece l’obbligo scatta dal 2035. In pratica da quella data le case automobilistiche non potranno più produrre autovetture con motori tradizionali. L’impatto, in questo secondo caso, rischia di essere devastante per il comparto. La minaccia per l’occupazione è altissima. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini sta provando a coalizzare in Europa un fronte contro la deriva green e avverte: «I ministri dei Trasporti non dovranno più subire scelte calate da Commissari che si occupano di altri temi, come successo per lo stop ai motori tradizionali dal 2035». Evidenziando la «schizofrenia dell’Europa che da una parte accelera sull’elettrico e dall’altra boccia il nucleare come fonte energetica green». Per la prima volta Roma e Berlino sono sulla stessa linea. C’è inoltre un tema di indipendenza dalla Cina, leader mondiale nella produzione di auto elettriche. Una partita economica che diventa politica e militare.