La Settimana Politica

Il bonus casa diventa il malus della maggioranza

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di Pasquale Napolitano

Il primo banco di prova per l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni sarà quando nell’Aula del Senato approderà, per la conversione in legge, il decreto Aiuti Quater approvato dal Consiglio dei Ministri. Un provvedimento che contempla lo stop al superbonus 110 nella vecchia formulazione grillina. La modifica voluta dal premier e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti apre però una frattura tra il governo e una parte della maggioranza (Forza Italia).

Meloni è assalita da un incubo: l’ipotesi che si possa formare un’intesa arlecchino a Palazzo Madama, dal M5S alla Lega, passando per Forza Italia (tutti partiti favorevoli a mantenere in vita il vecchio regime del Superbonus) in grado di neutralizzare la rimodulazione dell’agevolazione approvata dal CdM. La prima contromossa che il meloniano Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, sta predisponendo è quella di prevedere l’inizio dell’iter di conversione in legge a Montecitorio.

Ragione semplice: i numeri alla Camera dei deputati non sono risicati e anche un asse tra FI e M5S non sarebbe in grado di mettere in difficoltà la maggioranza. Al Senato il discorso cambia: la maggioranza potrebbe rischiare.

FI è schierata per la modifica con il M5S. Anche negli ambienti Lega comincia a balenare l’ipotesi di un rinvio. Se pure il Pd si accoda, il rischio per l’Esecutivo è altissimo. Sul Superbonus va in scena la prima “grande vendetta” dei due falchi berlusconiani, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, rispettivamente capogruppo al Senato e Montecitorio di FI. Entrambi silurati dalla squadra dei ministri per volere dalla capa di FdI.

Meloni è attrezzata per resistere alla scossa. Ma le insidie sono dietro l’angolo. Ronzulli e Cattaneo hanno annunciato un emendamento per rinviare l’entrata in vigore della modifica: era doveroso intervenire. È altrettanto doveroso dare delle certezze agli operatori del settore e non cambiare continuamente il quadro. Proprio per questo, Forza Italia lavorerà per spostare la data di scadenza delle agevolazioni almeno di un mese per chi ha già deliberato in assemblea di condominio e ha già stipulato contratti. In merito, presenteremo in Parlamento un emendamento ad hoc, anche per garantire un tempo di transizione adeguato», hanno spiegato i due azzurri.

La battaglia sul Superbonus è nelle corde di FI, quel provvedimento, nonostante fosse stato partorito da Giuseppe Conte, parla a professionisti, tecnici e imprese: un mondo da sempre vicino a FI.

Superbonus 2023 al 90%

Il decreto Aiuti Quater prevede una riduzione al 90% dell’efficacia del Superbonus per tutti – condomini e case indipendenti – a partire da gennaio 2023: questo vuol dire che, anche in caso di cessione del credito o di sconto in fattura, il 10% della spesa rimane a carico di chi intraprende il lavoro di ristrutturazione.

In caso di villette e soluzioni abitative autonome, chi ha effettuato lavori per almeno il 30% del totale alla data del 30 settembre 2022 può usufruire del superbonus 110%, ma solo fino al 31 marzo 2023. Tuttavia, ci sono eccezioni a questa regola.

Chi ha già iniziato i lavori o presenterà la documentazione necessaria per gli interventi di demolizione e ricostruzione entro il 25 novembre potrà usufruire del superbonus 110% – anche se i lavori saranno completati il prossimo anno.

La mossa di FI punta a far saltare le modifiche e rinviare tutto. Creare, insomma, l’ingorgo.