La Settimana Politica

Il vento della destra soffia in Europa

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di Pasquale Napolitano

Missione Bruxelles. L’operazione per la conquista della Commissione Ue è ufficialmente partita. In Europa soffia, forte e inarrestabile, il vento di destra. Svezia e Finlandia sono già in mano a governi gemelli di Giorgia Meloni. Grecia e Spagna saranno le prossime terre di conquista dei Conservatori. Alle regionali spagnole il partito di destra Vox, alleato in Europa di Fratelli d’Italia, ha triplicato i voti e si candida a diventare forza di governo alle prossime elezioni. Il voto è in programma il 23 luglio: il premier spagnolo Pedro Sanchez, la versione spagnola della sinistra di Schlein, ha sciolto il Parlamento e indetto nuove elezioni dopo la scoppola elettorale. Anche la Spagna si prepara a consegnare la guida del governo a un’alleanza tra Popolari e Conservatori. Pure la Grecia andrà al voto tra poche settimane e il trend è lo stesso. In Italia il vento di destra spazza via il Pd: finiscono in mano al centrodestra roccaforti storiche della sinistra come Siena, Pisa, Ancona. Il Pd conquista solo Vicenza. Premio di consolazione che non evita il Cappotto. Meloni è raggiante: «Abbiamo ottenuto conferme importanti, e qualche vittoria che potrebbe definirsi storica, come ad Ancona, conferma del fatto che non esistono più le roccaforti e che i cittadini sanno fare le loro scelte, valutando i programmi e le persone».

Il voto locale indica una tendenza. Ora però si apre la vera partita: costruire in Europa una nuova maggioranza tra Popolari, Conservatori e Liberali. Una partita che il governo Meloni vuole (e deve) vincere a tutti i costi per blindare l’esecutivo fino al 2027. Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, i due emissari di Giorgia Meloni a Bruxelles, sono già a lavoro per spianare la strada alla nuova Commissione e mandare all’opposizione i socialisti. Sul tavolo della prossima commissione ci sono almeno tre dossier cruciali per il governo Meloni: la riforma del patto di stabilità, le riforme green e il nodo balneari.

Tre spine nel fianco del governo che potrebbero condurre la maggioranza italiana di centrodestra nel pantano. Con una commissione “amica” politicamente il discorso cambia. Ecco dunque che Meloni si gioca tutto nella partita delle Europee nel 2024. Matteo Salvini rischia di restare fuori e isolato. Il vicepremier ha intuito il pericolo e sta cercando una sponda con Berlusconi (non con Tajani): l’incontro tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi è stata l’occasione «per analizzare con grande soddisfazione i successi dei primi mesi di governo, commentare gli eccellenti risultati delle elezioni amministrative che sono assolutamente confortanti per il centrodestra, ragionare sul futuro in vista delle elezioni europee» riferiscono fonti della Lega a scrutino per le comunali ancora in corso. Salvini sta provando a giocare d’intesa con Forza Italia per avere un posto al tavolo dei nuovi equilibri europei.

Un discorso a parte merita il capitolo green su cui potrebbe registrarsi la vera sorpresa: l’asse tra Meloni e Macron. Il presidente francese, al secondo mandato e in cerca di una nuova collocazione, ha duramente criticato le regole dell’Ue sulla transizione ecologica, chiedendo a Bruxelles una “pausa”. Il dossier sul green potrebbe essere il punto di contatto per allargare l’alleanza tra Ppe e Conservatori ai liberali di Macron. Il movimento al quale si ispirano Renzi e Calenda.