La Settimana Politica

La legge di bilancio da 24 miliardi “seria e realistica” taglia il cuneo fiscale e anche il canone Rai

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di Gabriele Politi

Meloni

Solo poche ore prima, a un evento Coldiretti di domenica, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva ribadito che non c’erano risorse da buttare e che la Manovra si sarebbe concentrata sulle “cose serie”. Lunedì il Consiglio dei Ministri approvava la Legge di Bilancio in poco più di un’ora, e il concetto di serietà è stato il primo a tornare come un refrain nelle parole della Premier.

Una manovra che vale complessivamente “poco meno di 24 miliardi, frutto di 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese.

È una manovra che considero molto seria, molto realistica, che non disperde risorse ma le concentra su grandi priorità” ha specificato Meloni illustrando l’architettura generale del provvedimento. Che, in sintesi, poco si discosta dalle numerose anticipazioni circolate fino alla vigilia: la più attesa, l’avvio della nuova Irpef – tre aliquote anziché quattro, con aliquota unica al 23% per redditi fino a 28mila euro – che permetterà il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, ovvero i lavoratori dipendenti con RAL fino a 35mila euro (il taglio è del 6% per 35mila euro, del 7% per 25mila).

Per loro si traduce in un aumento in busta paga analogo a quello già previsto da luglio a dicembre, cioè fino a 100 euro per 14 milioni di lavoratori (al costo di circa 10 miliardi per il 2024, il più elevato di tutta la Manovra).

Un altro capitolo fondamentale riguarda le misure per famiglie (con almeno tre figli e redditi bassi), a cui si associa la conferma della decontribuzione sui fringe benefit fino a 3mila euro (2mila per lavoratori con figli, mille per tutti gli altri).

Il governo non ha confermato il taglio dell’Iva sui prodotti della prima infanzia, ma ha aggiunto tre misure: un mese in più di congedo parentale, asilo nido gratis per il secondo figlio (provvedimenti che cubano circa 180 milioni di euro) e, misura più significativa da un miliardo di euro, la decontribuzione delle madri, alle quali lo Stato pagherà i contributi previdenziali.

In Consiglio dei Ministri è approdato anche un decreto legge che dovrebbe stanziare i 3,2 miliardi di anticipo ricavati in deficit dalla Nadef, oltre a quello (in esame preliminare come il primo modulo di riforma Irpef) per l’attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale (con la global minimum tax).

In tema pensioni viene istituita una nuova misura denominata “Flessibilità in uscita” che accorpa APE Sociale e Opzione Donna, con un mix di requisiti tra le due formule, molto probabilmente pari a 36 anni per caregiver, disoccupati, gravosi e disabili e pari a 35 anni per le donne. Quota 103 viene prorogata ma cambiano i requisiti in senso peggiorativo: 41 anni e 63 di età, pur rimanendo gli incentivi per chi sceglie di restare a lavoro (Bonus Maroni).

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato ancora che è stato chiesto «un sacrificio a tutti i ministeri e si è attuata una spending review significativa del 5% su tutte le spese discrezionali, eccetto il comparto regioni ed enti locali”. Poi ha concluso: “Il quadro e la congiuntura hanno reso problematica la costruzione del bilancio: il peso superiore degli interessi del debito pubblico si fa sentire”.

Adesso la palla passa all’Europa.

Tajani

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è concentrato sugli altri aspetti di rilievo della Legge di Bilancio:

Voglio sottolineare tre punti che mi stanno a cuore: quello per i pensionati, il rinnovo dei contratti nel comparto difesa e sicurezza, segnali di attenzione per i nostri custodi. Poi la sanità, con l’obiettivo di garantire l’abbattimento dei tempi d’attesa per gli esami, una vergogna contro la quale abbiamo messo un primo tassello con i 3 miliardi aggiuntivi.

Ma quello in apparenza più soddisfatto sembrava il leader leghista Matteo Salvini: “Ci sarà un primo intervento sul canone Rai che sarà tagliato dalla bolletta dei contribuenti” ha subito voluto specificare il ministro delle Infrastrutture, tornando così su un vecchio cavallo di battaglia del Carroccio.

Salvini

Il canone scenderà da 90 a 70 euro, un quarto del contributo non sarà più versato con le bollette.

Infine, il nodo dei fondi per il Ponte di Messina: “Dopo settimane di chiacchiere a vuoto e di ragionamenti di vari analisti, posso dire che c’è la copertura per il collegamento stabile dalla Sicilia, all’Italia e all’Europa” ha concluso il vicepremier.

E proprio guardando all’Europa e alle elezioni del 2024, le fibrillazioni sull’opera che sembrano essere state messe a tacere una volta per tutte sembrano davvero la notizia migliore per Meloni e la maggioranza.