La Settimana Politica

La partita delle nomine Pareggio Meloni-alleati

Scritto il

di Pasquale Napolitano

La Lega e Forza Italia siglano la tregua con Giorgia Meloni. Sulle nomine ai vertici dei colossi dello Stato il premier non stravince. Ma decide di accontentare (con Enel) gli alleati già pronti alla guerra.

All’Eni la capitolazione di Salvini: il Carroccio chiedeva un cambio radicale. Il premier conferma l’ad uscente Claudio Descalzi. 1 a 0: palla al centro. Per la presidenza c’è il nome di Giuseppe Zafarana. Completano il Cda Eni: Cristina Sgubin (consigliere), Elisa Baroncini (consigliere), Federica Seganti (consi- gliere), Roberto Ciciani.

All’Enel lo scontro è violentissimo. Alla fine il capo dell’esecutivo accetta i due nomi degli alleati: Paolo Scaroni (quota FI) va alla presidenza. Per l’ad si punta su Flavio Cattaneo (Lega).

Per la guida di Leonardo la lite si sposta in Fratelli d’Italia. La musica non cambia. Tra Meloni e Crosetto decide il premier. Al posto di Alessandro Profumo il ministro della Difesa voleva Lorenzo Mariani. Il primo nome del capo dell’Esecutivo è stato fin dall’inizio Roberto Cingolani, l’ex ministro del governo Draghi, passato da Grillo a Meloni. Per la presidenza la scelta ricade su Stefano Pontecorvo.

Al timone di Poste Italiane Meloni rinnova l’incarico a Matteo Del Fante, manager renziano ma confermato da Gentiloni e Conte. Silvia Rovere ricoprirà l’incarico di presidente.

Al posto di Donnarumma a Terna sbarca una donna: Giuseppina Di Foggia, ex manager di Nokia Italia, per la presidenza scelto Igor Di Blasio.

Il puzzle si completa con la scelta dei vertici di Enav: Pasqualino Monti ad e Alessandra Bruni presidente. Il presidente del Consiglio blinda an- che Consob con due nomine: Gabriella Alemanno e Federico Cornelli.

Nel settore Trasporti il vicepremier Matteo Salvini avrà maggior agibilità: Luigi Corradi viaggia verso la riconferma. A Rfi potrebbe sbarcare dalla Grecia Lo Bosco.