La Settimana Politica

La richiesta delle PMI al Governo, tecnico o politico: agire in fretta

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di Silvio Magnozzi

Servono “40-50 miliardi” per le bollette, danaro necessario a mettere in sicurezza l’economia altrimenti il sistema italiano non reggerà.

Mentre i retroscena sulla politica, dopo il voto e in attesa del governo, ci servono quotidianamente i nomi ed i cognomi di possibili ministri del nuovo governo, dal mondo economico il presidente di Confindustria Carlo Bonomi mette nero su bianco i rischi che corre l’Italia ed il suo Mondo delle imprese se non ci sarà un intervento tempestivo per alleviare i costi del caro bollette sulle aziende del nostro Paese.

Governo politico, ma anche un po’ tecnico: ecco perché

Un allarme già lanciato da tempo dalle piccole e medie imprese su cui è arrivato adesso anche il presidente di Confindustria. Bonomi per la verità dice di più, dice che al governo tecnici o politici vanno bene, che non c’è grande differenza, purché si faccia qualcosa e subito.

Il tema dei tecnici e dei politici ci porta dritti al punto attuale. Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, uomo di peso (attualmente è presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) dentro il partito di Giorgia Meloni, ha fatto sapere che il governo di centrodestra sarà:

Un governo politico con qualche tecnico di area.

La domanda è: perché qualche tecnico? Di sicuro c’è il fatto che la politica, da anni in crisi in Italia, per le riforme più difficili o le sfide più complicate ricorre ormai sovente ai tecnici, basti pensare alla riforma Fornero per citarne una recente. La maggioranza di allora era ovviamente politica ma il governo era assai tecnico, parliamo dell’esecutivo Monti.

Le ragioni più gettonate del perché oggi, dopo la vittoria elettorale, il centrodestra debba ricorrere anche a qualche tecnico – e probabilmente in ministeri chiave come, ad esempio, l’economia – è che così si rassicura l’Unione europea a Pnrr in corso (che sono un sacco di soldi) e pure i mercati. Una risposta che ha anche una sua fondatezza ma che andava bene prima della guerra russa in Ucraina e della crisi del gas.

Le PMI chiedono interventi tempestivi contro il caro bollette

Oggi non basta. Oggi, la prima domanda a cui un governo italiano dovrà rispondere è quella che pongono le piccole e medie imprese, Confindustria con il suo presidente Bonomi ed il mondo delle attività produttive: arriveranno i soldi per far fronte al caro bollette e non far saltare un pezzo del tessuto di imprese (e di famiglie) di questo Paese?

Rassicurare l’UE potrebbe essere un tassello di questo obiettivo perché l’Italia, con il debito pubblico attuale non può certo trovare 200 miliardi di euro come ha fatto la Germania. Per farlo occorrerebbe aumentare il deficit. Per questa ragione – che poi riguarda il futuro degli italiani e delle italiane – non è appassionante il balletto su tecnici o politici all’Economia bensì sarebbe appassionante sapere sin da ora la risposta alla richiesta se si troveranno oppure no i soldi per sostenere il mondo produttivo.

Nei momenti di gravi crisi il politicismo diventa infatti un puro esercizio retorico che non aiuta a saldare le bollette monstre di luce e gas che arrivano alle aziende. Fossimo nel centrodestra e in Giorgia Meloni, leader del primo partito italiano, partiremmo nella squadra di governo dalla concretezza di questa priorità e non da una lista di nomi.

Quando si ha ben chiaro cosa fare nelle prime settimane di governo, ebbene quello vuol dire far politica e governare. Con o senza tecnici.