La Settimana Politica

Le fatiche di Meloni: manovra di Natale, pandori e polemiche

Scritto il

di Gabriele Politi

Il 2023 di Giorgia Meloni si concluderà al cardiopalma con l’approvazione al fotofinish della Manovra e tutte le attuali previsioni indicano che anche il 2024 non comincerà molto diversamente. La maratona in Commissione Bilancio del Senato che, nella notte tra domenica e lunedì scorsi, ha salvato le pensioni di medici e dipendenti pubblici (assieme alla rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto, il definitivo stop a ogni proroga per il Superbonus e nuovi stanziamenti contro la violenza sulle donne proposti dall’opposizione) ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla Presidente del Consiglio in vista della corsa finale al voto di Montecitorio sulla Legge di Bilancio. Dopo la fiducia in aula a Palazzo Madama il testo passerà direttamente alla Camera per la sola ratifica, senza alcuna correzione, nella settimana tra Natale e Capodanno.

Il testo definitivo della Manovra 2024 esclude dal taglio le pensioni di vecchiaia, le cessazioni dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di anzianità di servizio nella PA e le pensioni anticipate maturate entro il 2023. La penalizzazione viene ridotta per il personale sanitario, con una riduzione in misura pari a un 36esimo per ogni mese di posticipo dell’accesso al pensionamento. La Quota 103 manterrà anche nel 2024 gli attuali requisiti di accesso ma si introduce il ricalcolo contributivo e un tetto massimo all’assegno pari a 4 volte il minimo Inps fino a 67 anni, con finestre di decorrenza più lunghe. Per l’APE Sociale viene innalzato di 5 mesi il requisito anagrafico (63 anni e 5 mesi) mentre restano pari a 30 oppure a 36 gli anni di contributi minimi necessari con una riduzione della platea dei beneficiari: eliminate le 23 nuove categorie di lavori gravosi ammessi oggi al beneficio. Per l’Opzione Donna viene innalzato di un anno il requisito anagrafico (61 anni, con un anno in meno per ogni figlio fino a uno sconto massimo di due anni). Resta a 35 anni il requisito contributivo.

Le modifiche al capitolo pensioni sono quelle che di fatto hanno allungato i tempi di approvazione del Ddl di Bilancio 2024 ma non si devono dimenticare le discussioni sulla casa che hanno portato, tra le misure, al potenziamento della garanzia sui mutui prima casa per le famiglie numerose, la cedolare secca al 21% per una delle case affittate e al 26% per le altre (fino ad un massimo di 4 in tutto), e il debutto del Codice Identificativo Nazionale (CIN).

Ma la strada su cui la premier deve viaggiare da qui alle Europee di giugno dell’anno prossimo – primo, vero grande tagliando elettorale dopo la vittoria alle Politiche 2022 – è piena di ostacoli, buche e sensi unici obbligati. Dopo la kermesse di Atreju, Meloni ha ingaggiato una sorta di battaglia incrociata con le opposizioni, sia quelle politiche sia quelle, per così dire, civili: sembra davvero rumore sullo sfondo l’attacco di Marco Castoldi alias Morgan, che all’indomani della chiusura di Atreju ha affidato a un post la delusione per «non essere mai stato interpellato da Giorgia Meloni in merito al rilancio della cultura nel nostro paese dopo essermi esposto mediaticamente ovunque, una grande presa in giro». Il succo: Meloni ha vinto le elezioni e a me nessun incarico.

Poche ore dopo un’altra polemica dal mondo dello spettacolo, questa volta a firma di Fedez, che sui social si è rivolto direttamente alla premier dopo la frase – pronunciata sempre dal palco di Atreju – sulla vicenda della campagna di beneficenza della moglie Chiara Ferragni, che ha apposto la sua griffe sul pandoro di una nota marca di dolciumi. «Gentile presidente del Consiglio Giorgia Meloni – ha scritto il rapper su Instagram – visto che bisogna diffidare di noi, le risulta che i componenti del suo governo, anche alcuni che sono indagati per reati gravi e altri che fanno fermare i treni come fossero taxi, quando sbagliano chiedono scusa e pagano di tasca loro?», in riferimento alla donazione da 1 milione di euro all’Ospedale Regina Margherita per le cure dei bambini annunciata dall’influencer come risarcimento dopo la sanzione dell’Antitrust.

L’ennesima querelle servita ad uso e consumo social forse strapperà qualche like più a lungo di quella, meno glamour ma più sostanziale, accesa dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, a cui non è andata giù l’intemerata della premier dai banchi del Senato la scorsa settimana sulla presunta firma «con il favore delle tenebre» all’approvazione del Mes (già, il famigerato Mes…) dopo le dimissioni del governo di allora. In realtà, il fax sventolato in Aula da Meloni era stato inviato sei giorni prima da Luigi Di Maio. Conte ha consegnato al presidente della Camera Lorenzo Fontana una richiesta di istituire un giurì d’onore: «Una commissione speciale – ha detto in una conferenza stampa convocata lunedì 18 ai gruppi parlamentari della Camera – volta ad accertare in Parlamento le menzogne consapevoli, denigratorie del presidente del Consiglio, e deputata, Giorgia Meloni».

Che, per dimenticare forse un momento le tensioni nella maggioranza durante la travagliatissima gestazione della Manovra, ha ignorato l’attacco di Conte sollecitando ancora un confronto diretto con Elly Schlein (questa volta sui migranti dopo il post del segretario Dem sulle parole che la premier ha pronunciato ad Atreju). Schlein non ha raccolto la provocazione; per adesso l’unico tema su cui le due leader sembrano andare d’accordo è il divieto al terzo mandato per i governatori (qui, la Lega pare pronta al blitz per non perdere consensi in regioni chiave come il Veneto e la Lombardia trovando anche sponda non pubblica ma interessata nel dem Bonaccini in Emilia).

L’esecutivo, insomma, si appresta a festeggiare Natale e San Silvestro con molte incognite: dalla riforma del premierato al Patto di stabilità, per il quale il Capo dello Stato Mattarella è tornato ad auspicare chiarezza e pazienza, dal già citato Mes («Inutile e dannoso» per il vicepremier Salvini) alla candidatura come capolista di Meloni alle Europee su cui Giorgia ancora non scioglie la riserva. I sondaggi dicono che dopo Atreju FdI ha aumentato i consensi, seppur di poco. Primo, e per ora unico, regalo sotto l’albero di Palazzo Chigi.