La Settimana Politica

POS “tra ragione e sentimento”

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di Pasquale Napolitano

È un duello tra il cuore e la mente. Tra la realpolitik e l’antropologia. Il dibattito sull’innalzamento a 60 euro del tetto oltre il quale gli esercenti sono obbligati ad accettare bancomat e carta di credito per i pagamenti riaccende il conflitto tra ragione e sentimento.

È qualcosa che va oltre lo scontro politico e attiene all’istinto primordiale dell’italiano medio. È un capitolo della commedia italiana. Gli effetti sembrano minimi. Un sondaggio realizzato da Alessandra Ghisleri e pubblicato da La Stampa dice che il 56,2% dei cittadini italiani boccia l’innalzamento del tetto ai pagamenti con il POS. Sorpresa.

Gli italiani si riscoprono tutto di un tratto amanti dei pagamenti con carta? Della moneta elettronica? Dov’è finito l’odore dei soldi? Il sapore per la carta?

Più che una valutazione di politica economica pare che alla base della scelta del centrodestra di alzare il tetto per i pagamenti con i circuiti elettronici via sia una spinta emotiva. È una scelta psicologica, più che razionale. Un annuncio che sa quasi di impegno morale con il proprio popolo. Con quel mondo di commercianti e piccoli esercenti che ha riposto grandi speranze in Giorgia Meloni.

La misura sa tanto di promessa alla quale non si può rinunciare: l’impegno assunto in campagna elettorale di far riassaporare agli italiani il gusto del cash. Questa è la componente emotiva, irrazionale, che spinge per il via libera al provvedimento.

C’è poi la parte razionale che frena. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avverte: «Se ne può discutere. I 60 euro sono un punto di partenza». Però ribadisce il concetto: «Il costo del pagamento con POS ricade sugli esercenti». In questo momento di difficoltà non possono avere anche questa sulle spalle, è il senso del ragionamento del premier.

Il limite dei 60 euro non è ancora deciso. Nel passaggio in Parlamento la manovra può essere oggetto di un’opera di ristrutturazione. E il tetto dei 60 euro potrebbe essere la prima tra le misure a essere revisionate. C’è l’Europa che frena. Ed è chiaro che in questa fase di decollo il governo Meloni non vuole terreni di scontro. Anche perché le urla della sinistra che gridano al pericolo evasione contro l’aumento del tetto per i pagamenti con il pos sembrano toni da campagna elettorale.

Davvero si alimenta l’evasione con un aumento da 30 a 60? Non c’è uno studio che lo conferma. C’è solo la sinistra che ne fa un cavallo di battaglia. L’evasione non sembra azzeccarci un granché. Il tema piuttosto è quello di ridare agli italiani il gusto per il contante.

Bankitalia si schiera contro: «Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale» spiega Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di bilancio.

Fin dove si spingerà il governo? Gli esercenti sono liberi di accettare i pagamenti con il POS. Ma il limite va innalzato. È una scelta di cuore.