La Settimana Politica

Rating, Mes e manovra: l’autunno freddo del governo

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di Pasquale Napolitano

Il governo Meloni affronta il cammino della legge di bilancio con la spada di Damocle del giudizio da parte delle agenzie di rating che potrebbe avere contraccolpi sulla tenuta dell’economia.

La data da fissare bene in testa è il 17 novembre, quando si conoscerà la valutazione di Moody’s. A maggio l’agenzia ha rinviato l’aggiornamento del rating, attualmente fissato a Baa3 con outlook negativo, minacciando una revisione al ribasso e dunque un declassamento del debito italiano a “spazzatura”.

Infine, il 1° dicembre verrà reso noto il giudizio di Scope, che a luglio ha mantenuto inalterata la raccomandazione BBB+ con outlook stabile.

Dal fronte dell’esecutivo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti cerca di rassicurare gli investitori in merito ad una possibile revisione al ribasso del rating italiano, sottolineando la forza dell’economia e il dialogo costante con le agenzie, pur ammettendo i rischi legati al grande debito pubblico.

Un passaggio decisivo per la navigazione della maggioranza di centrodestra, alle prese con l’iter della manovra di bilancio.

Nelle settimane scorse invece è arrivato il disco verde da S&P Global Ratings che ha lasciato inalterato il rating BBB dell’Italia, mantenendo l’outlook stabile. Le prospettive stabili bilanciano la visione di «un consolidamento di bilancio più lento di quanto precedentemente previsto, anche a causa dell’aumento dei pagamenti di interessi sull’ampio debito pubblico, con il significativo stimolo economico che i fondi Ue dovrebbero fornire».

L’agenzia prevede un rallentamento della crescita nel 2023 e nel 2024. Entro il 2025, però, l’Italia tornerà a crescere più dell’1% grazie soprattutto ai fondi del piano Next Generation EU. Per S&P, gli interessi in percentuale del Pil raggiungeranno il 4,2% l’anno prossimo, rispetto al 3,6% del 2021, mentre il deficit di bilancio per il 2023 è previsto al 5,5% del Pil. L’agenzia ha sottolineato che «il debito dell’Italia e la sua sensibilità alle condizioni del mercato resteranno su livelli elevati» e avverte che potrebbe «abbassare i rating nel caso in cui la traiettoria di bilancio del Governo si discostasse significativamente dai suoi obiettivi».

L’altro fronte caldo per la maggioranza di centrodestra è quello della legge di bilancio. In Senato il testo ha iniziato l’iter con le prime audizioni in commissione. C’è il nodo da sciogliere sulle pensioni per i medici. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha annunciato la presentazione di un maxi-emendamento per rivedere la norma che taglia l’importo dell’assegno di pensione al personale medico.

La terza partita si gioca in Europa al tavolo delle trattative per la riforma del patto di stabilità. Un tavolo al quale l’esecutivo rischia di perdere la sfida. Il governo italiano ha piazzato la sua proposta, per rivedere i meccanismi rigidi, escludendo dalle regole del patto di stabilità alcune spese, come per sanità e investimenti.

C’è il no della Germania. Il responsabile della Cdu tedesca per i rapporti con l’Europa Gunther Krichbaum mette in chiaro il no di Berlino alle nuove regole fiscali così come volute da Roma e Bruxelles. «La spesa corrente va frenata, quella per investimenti incoraggiata ma non con clausole di salvaguardia – che una volta introdotte – rischiano di aprire un vaso di Pandora». Posizione che ha fatto infuriare il ministro Giorgetti.