Nel Mondo delle Pmi

Al via un road show in Europa per attirare capitali internazionali

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di Mariarosaria Marchesano

Durante la giornata organizzata dal gruppo UniCredit a Milano per far conoscere le opportunità nelle Zes del Mezzogiorno, le imprese che hanno partecipato (160 in tutto) hanno avuto modo di confrontarsi anche con i commissari di governo delle otto aree. Remo Taricani, Deputy head di UniCredit Italia, racconta al Settimanale com’è andato l’incontro e perché la banca ha deciso di sostenere questo modello di sviluppo territoriale. Per iniziare, Unicredit ha sostenuto tre iniziative per complessivi 18 milioni di euro tra l’interporto di Nola nella Zes Campania e nell’area Zes della Sicilia Orientale. Ma l’idea è di un impegno più massiccio.

Molte imprese presenti allincontro sono del nord, che tipo di riscontro c’è stato?

Ciò che rende attrattive le Zes agli occhi degli imprenditori non sono tanto le agevolazioni fiscali quanto l’iter burocratico semplificato e velocizzato. La possibilità di richiedere un’autorizzazione unica per i progetti d’investimento ne riduce moltissimo i tempi di realizzazione. Abbiamo perciò riscontrato molto interesse e probabilmente andremo a presentare l’opportunità delle Zes anche in alcune città europee dove la banca è presente perché siamo fiduciosi nella possibilità di attrarre anche capitali internazionali nel nostro paese.

State prendendo un impegno a tutto campo. Come mai?

Vediamo del valore in questo modello e come banca ci sentiamo fortemente responsabili nel contribuire al suo successo. Mettiamo a disposizione le nostre competenze, la profonda conoscenza del territorio, il nostro ruolo di banca internazionale e un plafond da 6 miliardi, destinato anche alle imprese che investiranno in queste zone. Vogliamo inoltre capire se questo modello è scalabile, cioè se si può applicare a più aree e a più settori nel momento in cui le grandi multinazionali stanno ridefinendo la catena globale del valore.

Sta parlando del reshoring?

Esatto, pensiamo che alcuni grandi gruppi industriali europei potrebbero trovare interessante investire in queste aree del Mezzogiorno nell’ambito di un riassetto della filiera delle forniture. In Polonia grazie alle Zes è stato abbattuto di due punti il tasso di disoccupazione. In definitiva, direi che le Zes sono un’importante opportunità per incrementare lo sviluppo dell’attività imprenditoriale al Sud e una valida alternativa per tutte le imprese che vogliono investire in Italia.

In questo periodo, con laumento dei tassi dinteresse, le imprese hanno difficoltà ad accedere al credito bancario. In che modo si può potenziare il sostegno finanziario agli investimenti nelle Zes?

Recentemente abbiamo lanciato una nuova edizione del piano “UniCredit Per l’Italia” con iniziative per un valore potenziale complessivo di 10 miliardi per fornire nuove risorse e strumenti alle imprese che affrontano il caro tassi. Inoltre, continuiamo a utilizzare gli strumenti di garanzia governativi a supporto della liquidità delle imprese e siamo la banca in Italia che mobilità più fondi Bei per l’erogazione di finanziamenti agevolati, ancor più utili in questa fase congiunturale. Nelle aree Zes, oltre al plafond dedicato, abbiamo firmato diversi protocolli con i commissari con l’obiettivo di diventare partner finanziario delle imprese che vogliono investire in queste aree.

I vantaggi per chi investe

Le misure e gli incentivi attualmente previsti per chi investe in una ZES

  • Credito d’imposta fino a 100 milioni per investimento; estensione del provvedimento a acquisto di terreni, acquisizione e ampliamento di immobili strumentali agli investimenti
  • riduzione 50% imposta sul reddito d’impresa
  • Zone Franche Doganali Intercluse (ZFDi): slittamento dei termini per la presentazione del Piano di Sviluppo Strategico al 31/12/21
  • Agevolazioni attraverso «contratto di sviluppo» per complessivi 250 milioni