Nel Mondo delle Pmi

Generazione verde a Milano: asse tra giovani e imprese

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di Pascale Mattei

Milano Moda Uomo è in ascesa. Con 80 appuntamenti di cui 22 sfilate, quasi una quarantina di presentazioni e una ventina di eventi, l’ultima edizione della kermesse milanese appena conclusa (13-17 gennaio) ha infatti beneficiato di numerose novità, a cominciare dall’Italia. Diversi brand di fascia alta che frequentavano abitualmente Pitti Uomo hanno infatti optato per il capoluogo meneghino per la presentazione delle collezioni del prossimo inverno.

È il caso dei piumini ADD, di Colmar che soffia le sue 100 candele, dei pantaloni PT Torino, o ancora di Lardini che ha organizzato un evento a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa. Segno premonitore per un brand che non nasconde il desiderio di quotarsi sulla piazza finanziaria milanese entro due-tre anni?

Questo debutto milanese, in grande stile con un dj di fama internazionale e oltre 1.200 ospiti, voleva anche mostrare ai compratori internazionali il nuovo percorso dell’etichetta, Evolving Elegance, che vuole vestire un mondo che cambia pur rimanendo fedele alle sue origini e all’estetica sartoriale:

È la scelta giusta al momento giusto – assicura l’amministratore delegato Andrea Lardini.

Della fashion week maschile milanese spesso si evidenziano soprattutto i grandi nomi, molti dei quali sono quotati o appartengono a gruppi francesi quotati in Borsa: Gucci che ha aperto il ballo, Ermenegildo Zegna che ha chiuso la manifestazione, e poi ancora Prada, Fendi  o ancora Dolce & Gabbana e Giorgio Armani, che rimangono fortemente legati alla loro indipendenza.

Milano conferma la sua centralità come capitale della moda maschile grazie alla presenza delle più alte eccellenze italiane – commenta Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda.

Ma nota anche «una serie di progetti, di attori italiani o esteri innovativi e all’avanguardia» che apportano freschezza ed energia e partecipano ampiamente al dinamismo dell’evento.

Questa stagione è una vera e propria ondata: ci sono gli ospiti abituali come il cinese KB Hong (lo stilista, Massimo Foroni, è italiano) che presenta a Milano da qualche stagione; Simon Cracker che era già salito sulle passerelle milanese a giugno; e nuovi arrivati come Revenant rv, una giovane marca italiana fondata da Tommaso Bencistà Falorni, che dal canto suo si è accontentata di una sfilata digitale con una collezione posta sotto il concetto «No Italy, No party». A volo d’uccello possiamo anche citare Bonsai (particolarmente impegnato nello sviluppo sostenibile: il marchio dona un albero ai suoi clienti per ogni acquisto ricevuto), Çanacu, MTL Studio e Federico Cina, le cui collezioni sono protagoniste del film realizzato dalla Camera della moda per la comunicazione dell’evento sui social media.

Per realizzare le loro collezioni, questi giovani stilisti ricevono talvolta il sostegno di industriali. È il caso questa volta dello stesso Federico Cina, considerato uno dei talenti emergenti di spicco della moda italiana: Fondata nel 2019, l’etichetta non nasconde la sua ambizione di diventare leader nella sartoria maschile con look sofisticati ed eleganti che raccontano l’essenza romantica della storia e della cultura di Romagna, terra d’origine del suo ideatore. Ha così beneficiato dell’appoggio di Colombo Industrie Tessili: il tessitore di Como ha messo a disposizione le sue conoscenze per creare un tessuto realizzato con filati naturali come cotone e lino, che rispecchiasse il suo mondo e la sua estetica.

Anche gli showroom milanesi sono sotto i riflettori. Come aveva già fatto lo scorso settembre durante la fashion week dedicata al prêt-à-porter femminile, Camera showroom Milano (CSM), che riunisce i più importanti showroom della città, ha organizzato un evento dedicato allo sviluppo sostenibile. Obiettivo? Promuovere e dare visibilità ai brand coinvolti in questo processo. Per Gigliola Maule, la presidente di CSM, «la sostenibilità ha bisogno di essere raccontata perché non si presti a fraintendimenti. Non deve essere solo un ecologismo di facciata».