Nel Mondo delle Pmi

Intesa Sanpaolo: in un anno 32 miliardi alle PMI

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di Alessandro Luongo

Da gennaio 2020, Anna Roscio è a capo della direzione sales & marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, nell’ambito della divisione Banca dei territori. Struttura che si occupa di finanziare l’impresa e di accompagnarla nei processi di crescita e di innovazione indispensabili per la competitività del sistema Italia.

Ha maturato la sua esperienza all’interno del gruppo in ruoli di strategia commerciale e in più regioni italiane. Unisce quindi lo sguardo della specialista a quello della manager con un’ampia conoscenza dei territori. La sua particolare attitudine per la comunicazione fa sì che sia anche un’attenta “ascoltatrice”.

Il Settimanale l’ha incontrata a margine della presentazione di “Crescibusiness”, il piano di 5 miliardi di euro lanciato di recente da Intesa Sanpaolo per iniziative mirate a sostenere le piccole e piccolissime imprese dei settori commercio, artigianato e piccoli alberghi che rappresentano la fascia dell’imprenditoria più numerosa e più esposta ai rincari di energia e materie prime.

«Organizzarsi per servire le PMI a seconda delle loro esigenze»: sono parole sue. Quali sono e come avete tradotto questo impegno nella pratica?

L’esigenza dell’impresa è il traguardo che ci si prefigge. Può essere la semplice necessità di superare una crisi interna o esogena, come l’ambizione di diventare un leader di mercato. Ovviamente molto dipende dalla dimensione e dal settore economico. L’industria in senso stretto ha, ad esempio, una maggiore propensione per l’internazionalizzazione; le tecnologie innovative sono indispensabili per il settore medico-farmaceutico; le costruzioni manifestano d’altro canto sensibilità rispetto alle misure orientate alla sostenibilità. Le microimprese a gestione familiare sono meno focalizzate sulla crescita o la riallocazione settoriale, diversamente dalle medie in cui la responsabilità è affidata a una figura manageriale.

La mia struttura è organizzata per intercettare tale complessità e per offrire soluzioni che permettano a ciascuna impresa di centrare il suo traguardo. Il nostro compito non si esaurisce nell’attività di finanziamento, ma accompagniamo la crescita dell’impresa attraverso strumenti e competenze innovative; spesso la aiutiamo a comprendere come introdurre cambiamenti indispensabili per preservare la competitività. Una migliore governance, insomma, maggiore formazione delle persone, azioni di conversione green, sviluppo di nuove alleanze.

La dimensione delle imprese è ancora un tema? Piccolo è bello o una caratteristica penalizzante del sistema produttivo italiano?

Il dato di fatto è che in Italia ci sono 4 milioni di Partite IVA con meno di 10 addetti, a cui corrispondono 7 milioni di addetti che impiegano il 44% della forza lavoro del nostro Paese. Secondo l’Istat, le piccole imprese, tra i 10 e i 49 addetti, sono circa 200mila e quelle medio-grandi 28mila, cioè meno dello 0,7%, anche se queste ultime nel 2019 rappresentavano più di un terzo dell’occupazione e oltre la metà del valore aggiunto prodotto. Questo si traduce in un elemento di forza, altre volte può risultare meno funzionale.

Noi cerchiamo di offrire alle ‘piccole’ la possibilità di pesare di più, e alle ‘grandi’ di arrivare là dove arrivano meglio le piccole, per esempio, nella capacità di prendersi cura del benessere personale e familiare dei propri collaboratori.

Uno degli strumenti che abbiamo attivato a tale scopo è Progetto Filiere, grazie al quale mettiamo in connessione la catena dei fornitori e dei distributori di un’impresa capofila, migliorando la loro possibilità di accesso al credito oltre a garantirne i percorsi verso i mercati internazionali. Un modello che oggi conta oltre 800 filiere attive e 20mila piccole imprese che ne beneficiano.

Il nostro ruolo è di accompagnare le imprese verso percorsi di crescita, anche dimensionale; da anni collaboriamo con Elite di Euronext per portare le nostre imprese in un network di formazione manageriale, finanziaria, di accesso ai mercati e passaggio generazionale, oltre all’opportunità di fare rete e condividere esperienze.

Come stanno reagendo le imprese a questa recrudescenza della crisi economica?

Dal 2008 c’è stato un evidente processo di selezione a livello imprenditoriale. Le aziende oggi sul mercato sono più competitive e preparate nell’affrontare le difficoltà. La nostra analisi periodica sui distretti industriali mostra che hanno praticamente tutte recuperato il livello di export precedenti la pandemia. Nei primi sei mesi del 2022, i distretti italiani sono cresciuti del 17,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Le difficoltà attuali, legate all’aumento delle materie prime e dell’energia, richiedono un ulteriore sforzo e la parola chiave è sostenibilità. Non mi riferisco solamente all’eco-sostenibilità, ma al significato più ampio del termine, l’impresa deve difatti cogliere il cambiamento in corso per poter durare nel tempo.

In che modo la banca è intervenuta per sostenerle?

Abbiamo risposto tempestivamente alla fase di emergenza con aiuti immediati durante la pandemia, con la sospensione delle rate dei finanziamenti in essere, con liquidità alle imprese con le garanzie statali e soluzioni dedicate ai settori maggiormente colpiti come il turismo e il commercio.

Abbiamo poi agevolato la ripresa con il programma Motore Italia, finalizzato a favorire gli investimenti nella sostenibilità e nell’innovazione, facendo leva sulle agevolazioni pubbliche come Industria 4.0 prima e le misure del PNRR poi. Abbiamo contribuito al rilancio del settore del turismo, con soluzioni dedicate per favorire la riqualificazione delle strutture alberghiere, creato soluzioni innovative per il green e l’indipendenza energetica in collaborazione con SACE.

Grazie a Crescibusiness, che abbiamo lanciato proprio a novembre scorso, dedichiamo un piano articolato alle numerose micro e piccole imprese più esposte agli effetti della crisi e stanziamo 5 miliardi di euro per liquidità e finanziamenti garantiti, oltre ad azzerare per un anno le commissioni sui micro-pagamenti tramite POS in negozio fino a 15 euro.

Da inizio anno, Intesa Sanpaolo ha messo in tutto a disposizione 32 miliardi di euro per imprese e micro-imprese al fine di affrontare la crisi energetica e il contesto determinato dal conflitto in Ucraina.

Quali sono, a suo avviso, le strategie che le imprese devono adottare per superare questo momento congiunturale e per garantirsi crescita e competitività nel futuro?

L’attuale fase è contraddistinta da un’ampia trasformazione produttiva e dei consumi nel segno della sostenibilità per le imprese, tema al centro del piano d’impresa di Intesa Sanpaolo. Una strategia trasversale che costituisce un elemento trasformativo per il sistema imprenditoriale in termini di evoluzione dei modelli di business, di rapporto con le filiere produttive e di posizionamento competitivo a livello internazionale.

Siamo pronti a sostenere a tutto campo gli investimenti delle aziende in questo senso, mettendo inoltre a disposizione consulenza specifica per la valutazione dei progetti e per effettuare un’autovalutazione del proprio grado di sostenibilità. In questo quadro ricordo l’accordo con Sace che prevede una specifica garanzia sul Climate Change: esso consente di portare un finanziamento dedicato ad obiettivi ESG fino a 20 anni.

Obiettivi che riguardano eco-sostenibilità ma anche buona governance d’impresa, digitalizzazione, innovazione, formazione delle persone. Per favorire la crescita di una cultura d’impresa verso queste finalità abbiamo costituito dei Laboratori ESG sul territorio; sono già operativi Brescia, Padova, Venezia, Cuneo, Bergamo, Bari, Taranto, Napoli, Palermo, Roma.

Credo infine che un ruolo rilevante per lo sviluppo di strategie efficaci ruoti intorno alle start up innovative, che supportiamo in sinergia con il nostro Innovation Center e Neva, favorendo la crescita di nuove imprese tecnologiche avanzate e la loro collaborazione con le imprese mature. In questo contesto si inquadra Up2Stars, l’iniziativa di valorizzazione delle startup che ci ha consentito di individuare oltre 600 startup innovative nei settori del digitale, medicale, agricoltura e aerospace.

Le aziende sono attrezzate per cogliere le opportunità del PNRR? La banca può avere un ruolo di accompagnamento?

Sappiamo tutti che le risorse del PNRRr sono la nostra grande chance. Ma occorre coordinamento, informazione e supporto. Per questo motivo abbiamo predisposto la piattaforma Incent Now, attraverso la quale aziende grandi e piccole possono accedere ai bandi disponibili e ricevere consulenza nella presentazione dei progetti. La prospettiva è anche di poter contare sulle risorse aggiuntive che la banca ha stanziato attraverso un piano da 410 miliardi, di cui 270 per le imprese.

Dalla vostra esperienza sul campo, che monitorate anche attraverso un questionario rivolto ai vostri gestori imprese, qual è il sentiment per il futuro?

Nessun imprenditore pensa mai di avere un compito facile. Nei prossimi mesi, in un quadro di domanda mondiale meno favorevole, sarà logico attendersi un rallentamento. Tuttavia, il processo di transizione digitale e ecologica è avviato e sarà strategico per la competitività futura. Occorre continuare ad innovare processi e produzioni verso uno sviluppo che tenga conto del rispetto ambientale, del benessere sociale e del buon governo d’impresa, oggi elementi irrinunciabili e fattori strategici per la crescita.