Nel Mondo delle Pmi

La guardia costiera punta sui cantieri italiani per le navi ecosostenibili

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di Chiara Giannini

Imprese esclusivamente italiane per realizzare la nuova flotta della Guardia costiera italiana. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa tenuta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla presenza del ministro e vicepremier, Matteo Salvini, e del comandante generale delle Capitanerie di porto, ammiraglio ispettore capo Nicola Carlone.

Nel corso del 2022 è stato, infatti, ultimato l’iter tecnico di individuazione dei capitolati che permetteranno, a partire già dal 2023, di dar corso al programma pluriennale introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 per il rinnovo e l’ammodernamento in chiave green della flotta navale della Guardia costiera. Il programma investirà il comparto delle unità costiere e di quelle a medio raggio alturiero, al passo con l’innalzamento degli standard ambientali richiesti dall’Europa.

L’intervento sarà soggetto al vincolo di realizzazione di unità di nuova concezione, che dovrà avvenire sul territorio nazionale, con maestranze e direzione italiana. L’ammontare è di 300 milioni di euro nell’arco di tempo che arriva fino al 2031. Le unità realizzate saranno 24 da 20 metri (Sar, search and rescue alturiere), 40 da 15 metri (polivalenti a medio raggio costiero) e 10 da 28 metri (polivalenti alturiere).

Lo sforzo operativo in mare della Guardia costiera è infatti di 781mila miglia percorse, un numero pari a 35 volte l’intera circonferenza terrestre; le ore di moto 97mila nell’arco del 2022. I giorni restanti di non operatività corrispondono di fatto al periodo minimo manutentivo ordinario a cui devono essere sottoposte le imbarcazioni.

Un grande aiuto al comparto della cantieristica italiana, fortemente voluto dal governo per la realizzazione delle imbarcazioni che operano nel Mar Mediterraneo, nell’area di competenza italiana, con vari scopi.

La Guardia  costiera, infatti, deve occuparsi di un presidio lungo 8mila chilometri di coste e circa 500mila chilometri quadrati di specchio acqueo.

Il bilancio dell’attività della Guardia costiera è stato illustrato al ministero durante la presentazione del rapporto annuale 2022. Ciò che emerge sono le evidenze operative inequivocabili. E lo scorso anno gli uomini in divisa hanno salvato 2.183 persone, contestato 1.300 illeciti ambientali, sequestrato 372 tonnellate di prodotto ittico, solo per fare qualche esempio. Per ciò che concerne le operazioni di soccorso ai migranti, nell’arco del 2022 sono stati 901 gli eventi coordinati, 1.017 le ore di volo effettuate dei mezzi aerei della guardia costiera, 57.235 immigranti soccorsi, 145mila le miglia percorse dalle unità navali della Guardia costiera.

Matteo Salvini
Matteo Salvini

Ed è proprio in quest’ottica che si inseriscono gli investimenti previsti per i prossimi anni. Salvini ha ricordato che «stanziamenti avverranno non solo per la realizzazione di nuovi mezzi per la Guardia costiera, ma ci si focalizzerà anche sul personale. Su questo fronte avremo 390 assunzioni che non saranno un punto di arrivo, ma di partenza. C’è una Legge di Bilancio che prepareremo nel prossimo autunno. Ci proponiamo di essere un governo di legislatura e quindi stiamo lavorando non per le annualità, ma per cinque annualità, per cui stiamo lavorando anche in termini di pensionamenti e nuove assunzioni».

Per quel che riguarda i porti, sono 59 i maggiori e di manifesta rilevanza commerciale, in cui entra il 90% delle merci importate ed esce circa il 60% di quelle esportate. Sono 800mila le persone che vi lavorano tra occupati in via diretta e indotto. È questa una minima parte dei numeri che descrivono l’incidenza di un settore strategico come la blue economy, vitale per uno dei Paesi marittimi per eccellenza, l’Italia. In questo contesto si delineano, chiari, i tratti distintivi delle Capitanerie di porto, chiamati ad armonizzare e coordinare l’applicazione omogenea su tutto il territorio delle leggi e delle disposizioni che ne regolamentano la vita marittima.

La standardizzazione dei procedimenti amministrativi dei servizi resi alla collettività non rappresenta però l’unica risposta all’esigenza di un settore che guarda al futuro. In questa direzione si inserisce anche la valorizzazione di efficaci best practices confermatesi strumento utilissimo e Customer oriented per semplificare e snellire l’azione amministrativa che i comandi territoriali esercitano in materia di sicurezza negli ambiti portuali e della navigazione.

I dati riassunti, analizzati per raccontare il 2022 della Guardia costiera al servizio dell’economia del mare, ne restituiscono l’immagine di una organizzazione riconosciuta parte integrante di questa economia un impegno costante necessario a garantire condizioni di sicurezza attrattive, legate anche al ciclo nave, attraverso un’oculata disciplina dell’attività e una mirata verifica delle condizioni che ne consentano lo sviluppo sostenibile, ferme restando le imprescindibili esigenze di safety e di incremento dei traffici marittimi. Ecco perché l’attività ispettive certificativa del naviglio nazionale concorre, di riflesso, a sostenere lo sviluppo della blue economy.

Tornando alla cantieristica, è innegabile che quella italiana domini a livello globale in un settore ad alta competitività, ma nuovi investimenti e la scelta di far ricadere le lavorazioni per le nuove imbarcazioni della Guardia Costiera proprio su imprese esclusivamente nazionali, può davvero contribuire a dare ampio respiro a un settore in continua crescita che può fare la differenza.

La Guardia costiera, chiamata a un compito così importante come quello del controllo dei confini marittimi, con la monitorizzazione dei flussi migratori, trae a sua volta vantaggio dal veder realizzate le nuove imbarcazioni da maestranze che possono garantire operatività e provvedere nel tempo anche a una manutenzione puntuale e che sia garanzia di qualità derivante dal made in Italy.