Nel Mondo delle Pmi

Matisse, il piccolo maglificio che ha stregato Lvmh

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di Alessandro Misson

Da contoterzisti innovativi nel settore della maglieria, a membri effettivi della galassia del lusso Lvmh, tramite l’acquisizione da parte di Fendi.

Il maglificio Matisse di Sant’Egidio alla Vibrata, una piccola realtà imprenditoriale fondata nel 1989 dai fratelli Davidino, Emiliano e Luigino Scarpantonii e dalle rispettive mogli, nasce come una delle tante aziende che hanno caratterizzato il boom della vallata industriale teramana al confine con le Marche: imprenditoria familiare, sapienti mani di magliaie locali, struttura piccola e flessibile per resistere a un mercato mutevole.

Al maglificio di Lilliput, “piccolo è bello”, i tre imprenditori di Ancarano e le rispettive signore hanno saputo affiancare la mentalità aziendale proveniente dall’esperienza di successo di un’altra impresa di famiglia, la Idri, specializzata in impianti tecnologici, idraulici e termoidraulici.

Così Matisse ha iniziato ben presto a rimpiazzare le sue macchine elettromeccaniche con macchinari elettronici a programmazione di ultima generazione. La piccola azienda di Sant’Egidio ha puntato sulla partnership con Shima Seiki MFG, colosso giapponese dei telai computerizzati, il cui presidente e fondatore Masahiro Shima nel 2019 ha voluto visitare gli impianti teramani nel corso del suo tour in Italia.

L’innovazione tecnologica ha permesso a Matisse d’iniziare a tessere il business di decine d’aziende di moda del made in Italy attraverso la fornitura di semilavorati per capi di alta maglieria come colli, polsi, costine, capo calato e bande colorate. Ben presto il vantaggio tecnologico ha portato gli imprenditori della Val Vibrata a divenire produttori di capi finiti di altissima qualità, integrando le lavorazioni base con altri prodotti come sciarpe, guanti, cappelli, tubolari, fino ad arrivare al capo finito, pronto per la commercializzazione, in cashmere, seta, lana o cotone, che possono essere forniti sia dal committente che acquistati direttamente dal maglificio.

È attorno alla metà degli anni Duemila che Matisse dopo aver collaborato con Versace, Moschino e Dolce & Gabbana, stabilisce un sodalizio rivelatosi fortissimo con Fendi. Un rapporto di fiducia durato 15 anni, conclusosi all’inizio di ottobre dello scorso anno, quando Serge Brunschwig, presidente e amministratore delegato di Fendi, ha annunciato di aver acquisito la quota di maggioranza del maglificio Matisse.

Oggi l’azienda conta 80 dipendenti, di cui 60 altamente specializzati; è caratterizzata sia da una forte impronta industriale che dall’integrazione tra la maglieria tradizionale fatta a mano e una forte innovazione tecnologica; il fatturato dagli 8,5 milioni pre Covid, è salito a 12,1 milioni dell’ultimo bilancio consolidato.

Matisse

Matisse, gestita da Luigino Scarpantonii e dai suoi figli Alessandro, Serena e Silvia, copre tutte le fasi produttive e tutte le tecnologie della maglieria, rappresentando un perfetto esempio di azienda made in Italy completamente verticalizzata. Nonostante l’acquisizione, il management familiare sta continuando a gestire l’azienda per garantire il know-how e l’esperienza costruiti nel corso del tempo.

La capacità produttiva dell’azienda sarà ulteriormente rafforzata grazie a nuovi investimenti già programmati per i prossimi cinque anni da Lvmh, che ha inserito l’acquisizione a Sant’Egidio alla Vibrata in una più ampia operazione di sostegno alle imprese artigiane italiane, con l’apertura di un polo produttivo per la pelletteria in Toscana e di un calzaturificio a Fermo, nelle Marche.

Non solo moda: limprenditorialità è di famiglia

Originari di Ancarano, piccolo comune del nord dell’Abruzzo che guarda alle vicine Marche, i tre fratelli Davidino, Emiliano e Luigino Scarpantonii hanno incarnato lo spirito imprenditoriale di una comunità operosa. Con la loro Idri, società d’impianti tecnologici civili ed industriali con oltre 200 dipendenti, dal 1973 hanno letteralmente costruito le fortune di tanti altri imprenditori e aziende a cavallo tra Marche ed Abruzzo, realizzando capannoni, fognature, serbatoi, tubazioni d’acqua, gas e aria compressa e oggi anche pannelli solari e fotovoltaici.

Dalle tre mogli è scaturita l’idea di “imprenditorializzare” le capacità delle magliaie della zona, dando vita a Matisse. Con la scomparsa di Emiliano nel 2019, già amatissimo sindaco di Ancarano negli Anni ’90, e nel 2022 di Davide, appena pochi giorni dopo la cessione delle quote del maglificio, le redini di Matisse sono rimaste nelle mani di Luigino, che nel segno della continuità, ha deciso di affidare il rapporto con Lvmh alla seconda generazione di Scarpantonii: i figli Alessandro, Serena e Silvia hanno tutti un ruolo attivo tra la Idri e Matisse.