Nel Mondo delle Pmi

Pattern, ingegneri della moda

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di Pascale Mattei 

Pattern espande il suo raggio d’azione. Il gruppo industriale italiano, specializzato nel segmento lusso dell’industria dell’abbigliamento, ha acquisito all’inizio dell’estate scorsa il 70% del capitale di Dyloan-Bond Factory, azienda rinomata per il know-how nella ricerca di tecnologie avanzate per lo sviluppo di prodotti semilavorati nel tessile e nella confezione.

Quest’acquisizione ci permette di completare la prima fase di sviluppo di un polo della progettazione del lusso.

Osserva l’amministratore delegato Luca Sburlati.

Basata a Torino, Pattern è stata fondata nel 2000 da due modellisti, Franco Martorella e Fulvio Botto che avevano lavorato a lungo presso griffe come Valentino e Giorgio Armani. Torinesi di origine, i due uomini volevano dare slancio alla loro città che stava per perdere uno dei fiori all’occhielli del Made in Italy, il gruppo GFT, che è stato leader mondiale nel campo delle licenze di abbigliamento di gamma alta prima di affondare nel 2003.  All’epoca, l’obiettivo dei due era di fare la progettazione, l’ingegneria e la produzione dei capi destinati alle sfilate del prêt-à-porter e della haute couture.

Un’attività che rimane centrale. Il gruppo collabora oggi con i maggiori gruppi internazionali del lusso, come i francesi Lvmh e Kering, e con un’ampia schiera di griffe che sfilano a New York, Londra, Parigi e naturalmente Milano. Segno di qualità, flessibilità, velocità, fiducia e di un’ottima reputazione nel settore: con molte di loro ha un rapporto pluriennale. Tutto è concentrato nell’ufficio modelli, cuore dell’azienda.

Le sue “petites mains”, ossia le sarte e modelliste, aiutate da un software 3D (nel quale l’azienda ha investito già nel 2018) trasformano in un prodotto di lusso qualsiasi schizzo di matita tracciato da uno stilista su un pezzo di carta. Gestiscono il modellismo, la prototipazione, la realizzazione dei campionari e in fine la confezione del singolo capo. Servizio “chiavi in mano”: salgono persino nel backstage per offrire un’assistenza diretta agli stilisti nel corso delle sfilate.

Nel tempo Pattern ha anche aperto i suoi orizzonti attraverso acquisizioni, ben 7 dal 2017.

Nel 2011 il nostro fatturato annuo si aggirava intorno agli 8-9 milioni di euro.

Ricorda Luca Sburlati, che preannuncia un fatturato consolidato di oltre 100 milioni di euro per il 2022.

Pattern è quotata alla Borsa di Milano dal 2019. Conta 800 dipendenti e 12 siti industriali distribuiti in 7 regioni. È organizzata intorno a tre aree principali:

  • abbigliamento maschile e femminile in trama e ordito;
  • maglieria e pelli, in particolare pelletteria;
  • accessori.

Sviluppa anche il suo proprio marchio, Esemplare, che propone giacche e giacconi da donna e da uomo.

Un guardaroba di nicchia che ci permette di fare ricerca e sperimentare in particolare nella sostenibilità – dice l’amministratore delegato.

Con sede in Abruzzo, Dyloan-Bond Factory è nata nel 1987 per offrire nuove idee e soluzioni innovative applicate al mondo del lusso e della moda.

Tutte le società di Pattern potranno usufruire delle sue tecnologie avanzate nei settori della stampa digitale o in 3D, della laminatura, dell’uso del laser, di alte frequenze o di ultrasuoni, della termosaldatura, dell’agugliatura e del ricamo. Tra moda, arte e design, l’azienda riesce a mischiare queste diverse soluzioni, offrendo ai suoi clienti una totale libertà di interpretazione.

A Milano, Dyloan-Bond Factory dispone di un laboratorio di ricerca, sviluppo e formazione, una sorta di showroom dove presentare ai clienti le tecnologie più recenti. Possiede anche due piccoli gioielli del Made in Italy, Orlando Confezioni, produttore di abbigliamento outdoor, e T-Shock, specialista in serigrafia digitale.

Pattern, che ha ottenuto un primo rating ESG nel 2019 (livello B nel 2020), e ha presentato il suo primo bilancio di sostenibilità nel 2015, ha sempre accompagnato la sua politica di crescita con forti investimenti nello sviluppo sociale e sostenibile. Lo dimostra il nuovissimo impianto geotermico di Torino, sede principale del gruppo, mentre diversi stabilimenti sono alimentati da pannelli fotovoltaici. L’obiettivo è quello di essere neutrali dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2023.

Ci sono anche due iniziative che dovrebbero permettere di raggiungere questo obiettivo: la prototipazione virtuale in 3D e l’inaugurazione nel 2020 di un magazzino 4.0. La prima consente di riprodurre qualsiasi indumento in tre dimensioni su qualsiasi base di tessuto o maglieria, risparmiando tempo e costi. Questa tecnologia ha fornito un vantaggio concreto durante i periodi di lock-down legati al Covid. Mentre il magazzino è completamente digitalizzato e consente di identificare e rintracciare tutti i prodotti.

Adesso puntiamo ad una crescita umana e industriale di ognuno dei nostri poli italiani.

Spiega ancora Sburlati, che comunque non esclude nuove acquisizioni. Intanto a Scandicci IDEE Partners, una delle sue controllate, sta progettando un nuovo stabilimento che gli permetterà di raddoppiare i suoi livelli produttivi nel settore della pelletteria.

Dopo Slow Food, ecco Slow Fiber

Promuovere la cultura dei prodotti belli, sani, puliti, giusti e durevoli. È l’obiettivo di Slow Fiber presentato a settembre scorso in occasione dell’evento Terra Madre Salone del Gusto che si è svolto a Torino. Pattern è una delle 16 aziende fondatrici di questo movimento nato dall’incontro con Slow Food.

L’obiettivo è di proteggere e di diffondere tutto quel che è legato alla storia della filiera del tessile – spiega Luca Sburlati.

Slow Fiber deve non solo proporre un modello produttivo basato su una circolarità virtuosa e ma anche aiutare al mantenimento e alla divulgazione delle competenze attraverso la formazione.

Ci rendiamo conto che è una vera tragedia sul nostro territorio.

Questa trasmissione è tuttavia fondamentale per favorire la creatività. I soci di Slow Fiber sono attivi in diversi anelli della filiera tessile. Oltre Pattern, si può citare Quagliotti (tessile per la casa), Oscalito  (maglieria intima), Italfil (filati lanieri pettinati), Maglificio Maggia (tessuti in maglia) o ancora la tessitura biellese Piacenza 1733, una delle eccellenze italiane che appartiene al club francese esclusivo di Les Hénokiens, riservato alle aziende di famiglia con 200 anni di vita.