Nel Mondo delle Pmi

Tour de France, la maglia gialla è tricolore

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di Franco Vergnano

Per i francesi, il sinonimo ufficiale del tour de France, che si corre in luglio, è “Grand boucle”, letteralmente “Grande ricciolo”. Già, ma perché? Semplice, quasi banale. Dipende dalla forma che il percorso a tappe su due ruote compie, una specie di grande ricciolo che gira appunto attorno al Paese per terminare a Parigi. E i corridori non indossano solo la mitica maglia gialla, destinata al leader della classifica generale, ma anche un altro tris: la maglia a pois (detta “polka-dot” in inglese) destinata al miglior scalatore (in Italia il vincitore del Gran premio della montagna); quella bianca va invece a premiare l’eccellenza del ciclista che si distingue tra i giovani mentre quella verde spetta al re dei velocisti.

Che cos’hanno in comune queste magliette sportive, oggi particolarmente tecniche e aderenti? Sono tutte rigorosamente made in Bergamo dai Santini, nello stabilimento che la famiglia ha appena spostato da Lallio nel capoluogo per rispondere alla crescita della produzione. La nuova sede è formata da due stabili: il primo capannone è destinato alla produzione mentre il secondo fabbricato ospita gli uffici amministrativi (design, marketing, contabilità e commerciale). In quest’ultimo stabile c’è anche uno store per la vendita diretta a sportivi, appassionati e tifosi. Nel complesso, la nuova sede si estende su 14mila metri quadrati di superficie coperta, con 13mila metri quadrati di parco. La società fattura una trentina di milioni l’anno e da lavoro a 150 persone.

La storia della Santini cycling wear si è sempre intrecciata con quella delle principali competizioni su due ruote: l’accordo con Aso (Amaury sport organisation) prevede la fornitura delle maglie leader per la Grand boucle, per il Tour de France Femmes avec Zwift e per gli amatori de L’Étape du tour. Inoltre, dal 2022 Santini è partner delle prestigiose “classiche” Paris-Roubaix, La Flèche Wallonne, Liège-Bastogne-Liège e Parigi-Tours e delle loro versioni femminili: Paris-Roubaix Femmes, La Flèche Wallonne Femmes, Liège-Bastogne-Liège Femmes.

Santini realizza anche le repliche di queste maglie per il grande pubblico (tifosi, appassionati) ed alcune collezioni speciali: completi per stare in sella che raccontano alcune delle tappe attraverso colori e grafiche dedicate al territorio o alla storia dei luoghi.

Insomma, in più di mezzo secolo di storia (fatta di emozioni, sfide e innovazione continua), i Santini hanno disegnato abbigliamento prodotto interamente in Italia, facendo dell’azienda bergamasca un brand noto in tutto il mondo nel mercato del ciclismo da strada e delle altre multidiscipline. Sono quattro le promesse che definiscono l’abbigliamento Santini: un capo da ciclismo, o da triathlon, deve avere un’ottima vestibilità, garantire le massime prestazioni, offrire un comfort insuperabile e mantenere le sue caratteristiche nel tempo, anche dopo numerosi lavaggi. Ogni prodotto è creato e sviluppato con materie prime italiane nel dipartimento di Ricerca e sviluppo dell’azienda.

Così abbiamo realizzato un sogno: di mio padre e di tutta lazienda

Nata nel 1965 dall’intuizione di Pietro Santini di combinare la sua passione per il ciclismo e le competizioni con l’attività manifatturiera di famiglia, oggi la società produce più di 6mila capi al giorno ed esporta oltre l’85% della sua produzione. La missione dell’azienda è chiara:

Aiutare tutti coloro che amano il ciclismo a vivere la loro passione con il massimo comfort e senza rinunciare allo stile, indossando capi di qualità e dal design unico realizzati con le più avanzate tecnologie per assicurare un’esperienza senza distrazioni. L’obiettivo è fornire capi che rispondano a fit, performance e durabilità.

E, per raggiungere i loro obiettivi, a Bergamo sono ricorsi anche al Lego e a dei consulenti per rafforzare il gioco di squadra: «diventare sponsor del Tour de France – racconta con entusiasmo la marketing manager, Paola Santini – è sempre stato sì il sogno di mio padre ma era un desiderio di tutta l’azienda. Qualche anno fa abbiamo intrapreso un percorso con un “mental coach” e un consulente di Lego serious play, un gioco dove viene chiesto alle persone di rispondere ad alcune domande attraverso l’utilizzo dei mattoncini Lego. Il concetto si basa sul fatto che ciò che fai con le mani esprime ciò che provi dentro molto più di quanto riesci a esprimere a parole. Tutti i dipendenti hanno lavorato su un proprio modellino e, alla fine di questo percorso, il consulente ci ha fatto notare che l’80% aveva utilizzato mattoncini gialli. Voleva appunto dire che il Tour era nei pensieri di tutti». Detto, fatto!