Nel Mondo delle Pmi

Twopit, la rivoluzione della trasmissione dati ispirata dai delfini

Scritto il

di Gabriele Politi

Trasmettere informazioni, anche vitali come un SOS dalle macerie di un terremoto o sotto una valanga, in assenza totale di connessione dati, radio o web. Un brevetto esclusivo. Una tecnologia italiana che potrebbe rivoluzionare il mondo finora conosciuto delle telecomunicazioni via terra e via acqua. Ne parliamo con il suo inventore, l’ingegnere catanese Emanuele Costanzo, che assieme al fratello Renato e grazie all’investimento iniziale dell’imprenditore Ciro Polese, ha dato vita alla startup TWOPIT.

Comunicheremo come fanno i delfini e i pipistrelli? Se sì, perché?

Tutto è partito dallo studio in natura della comunicazione di questi e altri animali. Abbiamo individuato delle proprietà che ci permettono di trasferire dati utilizzando una nuova tecnica di telecomunicazione che per queste specie è innata: gli ultrasuoni, frequenze non udibili dall’orecchio umano. Ora abbiamo la possibilità di mettere i cellulari offline e di sfruttare altoparlante e microfono per trasmettere e ricevere dati tramite questa banda.

Quali scenari si aprono?

Il progetto è nato da una riflessione a seguito dei terremoti per offrire un sistema di comunicazione in grado di supportare le attività di soccorso quando non c’è possibilità di trasmettere con i canali tradizionali, come onde radio, elettromagnetiche o satellitari. Possiamo utilizzare questa nuova tecnologia per comunicare i nostri dati (la posizione o qualsiasi informazione) all’esterno, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco o alla Protezione civile. Lo smartphone non si aggancia alle normali reti: scaricando la nostra app, attraverso l’altoparlante del cellulare vengono inviati degli impulsi ultrasonori che all’esterno possono essere ricodificati e riletti come informazione.

Costanzo effettua una dimostrazione: disabilita traffico dati, rete internet e connessione wi-fi/bluetooth dal proprio cellulare, apre l’app e indirizzando l’altoparlante del telefono verso un pc distante qualche metro digita TWOPIT: ad ogni lettera premuta sulla tastierina lo schermo del telefono restituisce un’onda sinusoidale e la parola si compone in tempo reale anche sullo schermo del computer.

Perché il brevetto si chiama Twopit?

È la sinusoide, il fondamento del progetto: two è due, p è il pi greco e t è il tempo, che all’interno della funzione seno è proprio la forma sinusoidale. Paradossalmente abbiamo fatto un passo indietro di circa 60 anni, alla trasmissione analogica. L’abbiamo rielaborata sfruttando queste onde, trasformandole in singoli vettori che trasportano informazioni e incrementando il codice numerico di base. Quello digitale è binario, il nostro sistema riesce a trasmettere un codice molto maggiore: ad esempio, in una chiavetta da un gigabyte abbiamo constatato che possiamo inserirne 200.

Avete donato questa tecnologia ai vigili del fuoco. Le prime risposte?

Hanno mostrato grande interesse perché ci sono molte aree non coperte dal segnale tradizionale e Twopit risolverebbe tantissimi problemi. Stiamo organizzando assieme i primi test in luoghi dove gli scenari sono simili a quelli post terremoto. Ribadisco che come mezzo di soccorso la tecnologia sarà gratuita per i vigili del fuoco e per tutti gli operatori coinvolti in situazioni di emergenza.

Twopit funziona anche sottacqua?

I delfini comuni, come le balene, comunicano a distanza di chilometri grazie agli ultrasuoni. Potremo avere finalmente la possibilità di comunicare sott’acqua. Per questo abbiamo pensato di creare le prime maschere per parlare durante le immersioni o per fare semplicemente snorkeling in compagnia. Si aprirebbe anche lo scenario di un internet subacqueo che ad oggi non è mai esistito.

I prossimi step dal punto di vista industriale?

Siamo stati avvicinati da grandi multinazionali e inizieremo quanto prima a immettere sul mercato Twopit. E in tema di mercato alcune grosse aziende ci hanno dato delle indicazioni così come noi abbiamo fatto delle indagini: è un settore che vale circa 200 miliardi. Questa tecnologia ha tante ricadute anche nella quotidianità: usiamo un telecomando per aprire il cancello, uno per l’auto, uno per cambiare canale al televisore e così via. Sfruttando gli ultrasuoni, con la nostra unica app si può fare tutto quello che serve. I sistemi vengono cifrati, la sicurezza è molto robusta. Ed è conveniente per operatori e industrie: tutti i cellulari hanno microfono e altoparlante e sono subito predisposti all’utilizzo.