Sostenibilità

Dal legno di scarto i pannelli etici che si riciclano senza fine

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di Paolo Cova

Immaginiamoci il Colosseo, moltiplichiamolo per trenta volte e otterremo il volume di quanto legno il gruppo Saviola di Viadana (Mantova) è in grado di ricevere sui suoi piazzali, per lavorarlo. Senza abbattere alberi: tutto legno di scarto. Cui si aggiungono 20mila tonnellate di ferro (l’equivalente di due Tour Eiffel) che vengono separate da quel legno e girate ai rivenditori del settore.

Si definisce una eco-ethical company, e a buon diritto, Saviola. Perché da quel legno di scarto produce pannelli per l’arredamento, a loro volta nuovamente riciclabili a fine vita. Un ciclo economicamente e ecologicamente sostenibile infinito, come quello della natura e quindi della vita stessa, basato sui concetti di recycling e upcycling: il recupero e riutilizzo di rifiuti che trovano una seconda vita.

E non solo: il gruppo ha allargato il suo raggio di azione ad altri settori, ma sempre in un’ottica di sostenibilità e di economia circolare. Come aveva già intuito il fondatore, Mauro Saviola, nel 1963: allora iniziò usando la parte meno nobile del legno del pioppo non utilizzata dall’industria cartaria. Poi, a fine anni Ottanta, la svolta: l’utilizzo solo di legno di riciclo, pur garantendo la stessa massima qualità dei pannelli.

Una scelta che ha comportato l’organizzazione di un vero e proprio network della raccolta del legno usato e tutta una logistica per recapitarla agli impianti. Oggi la rete di raccolta contempla un centinaio di mezzi, oltre 5mila convenzioni coi Comuni, 3mila container disseminati in tutta Italia per raccogliere cassette della frutta, mobili dismessi, imballaggi. Il gruppo è il più importante processore di legno post-consumo al mondo: comprende 15 stabilimenti nel mondo, circa duemila dipendenti e fattura 900 milioni di euro l’anno.

«I pannelli che produciamo – dice il presidente del gruppo, Alessandro Saviola, figlio di Mauro  – vengono commercializzati prevalentemente in Italia, ma con un mercato in grande espansione anche all’estero. La raccolta del legno post-consumo avviene attraverso i centri Ecolegno. Il pannello ecologico 100% recycled wood rappresenta una eccellenza sul mercato: serve la filiera del legno-arredo e riesce a soddisfare obiettivi di sostenibilità, gusto italiano e design grazie alla ricerca sui prodotti».

C’è da chiedersi allora se la carenza di materie prime che un anno fa ha investito l’economia mondiale abbia interessato anche chi, come il gruppo Saviola, usa solo materie prime seconde: «la pandemia ha avuto un impatto fondamentale verso il mercato degli arredamenti, in quanto ha fatto riscoprire l’ambiente domestico. Il fatto di dover trascorrere in casa un numero maggiore di ore rispetto a un tempo, la diffusione capillare dello smart working e una variazione delle abitudini – sottolinea Alessandro Saviola – hanno indotto i consumatori a far fronte alle nuove necessità passando anche attraverso un rinnovamento dell’arredo». «I nostri volumi produttivi e la domanda sono aumentati. Tuttavia – spiega il presidente del gruppo – l’attuale crisi in Ucraina ha modificato lo scenario in senso peggiorativo destabilizzando i mercati con l’aumento dei costi dell’energia e la carenza di legno e materie prime in generale. Siamo stati in grado di gestire con consapevolezza queste situazioni contenendo i costi dell’energia con la stipula di contratti di copertura fissando in anticipo un tetto sul prezzo della stessa».

La sostenibilità resta al centro dell’azione dell’impresa: «in questo momento c’è una straordinaria attenzione ai temi della sostenibilità e il pensiero dei consumatori è più che mai pronto ad affrontare un cambio di paradigma, anche nell’arredo. Monitoriamo secondo i criteri ESG tutte le performance, dalle materie prime ai rifiuti e alla sicurezza sul lavoro, fino ad analizzare l’assetto di governance. Crediamo fortemente che la filosofia che da sempre contraddistingue l’operato del gruppo, con il recupero del legno, contribuisca a rispettare il pianeta».

La spinta sullinternazionalizzazione

Non solo pannelli per il legnoarredo. Il gruppo Saviola negli anni ha diversificato i settori di attività. Alla business unit Saviola che produce pannelli se ne sono affiancate altre tre:

  • Sadepan è quella per resine e collanti: nata nel 1973, ha completato l’integrazione verticale e orizzontale del processo produttivo del gruppo;
  • Composad è la divisione mobile in kit dell’azienda che produce prevalentemente per il mercato estero. Qui il commercio internazionale è preponderante (circa il 90%) rispetto a quello nazionale;
  • Saviolife, divisione nata nel 2019 che si avvale della ricerca di Sadepan per la commercializzazione di fertilizzanti a lento rilascio di azoto per il mondo agricolo, feed animale (allevamenti) e fashion con la concia delle pelli.

«Intendiamo crescere nell’internazionalizzazione – afferma Alessandro Saviola – provando a generare almeno il 60% del nostro fatturato sul mercato estero, contando sul continuo miglioramento tecnologico e sull’indipendenza energetica verso una transizione green».