La Settimana Internazionale

Asse sui migranti: basta sbarchi, rivedere il ruolo del Frontex

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di Eleonora Tomassi

Jordan Bardella, 27 anni, presidente dell’attuale primo partito francese ‘Rassemblement National’ e l’uomo più vicino a Marine Le Pen. Lei si è più volte dichiarato contrario alla discussa riforma delle pensioni voluta dal capo dello Stato Macron. Perché pensa abbia scatenato una tale opposizione popolare? Si tratta di un innalzamento progressivo dell’età pensionistica di 2 anni, dai 62 a 64. Un livello comunque al di sotto di quello introdotto ormai da tutti gli altri grandi partner europei, Italia e Germania incluse. Perché tutto questo fervore?

La Francia ha una storia di protezione sociale, che nasce dopo la seconda guerra mondiale: i francesi si difendono direttamente per tutelare i loro diritti sociali. Macron durante la campagna elettorale, per attrarre la parte di destra più liberale, aveva già promesso un innalzamento dell’età pensionabile. Ma questa riforma non si spiega dal punto di conti pubblici perché lo scostamento di bilancio è veramente minimo: 10 miliardi su 350 miliardi di costo delle pensioni.In realtà le proteste sono un rifiuto sociale di tutta l’agenda Macron, il tema pensionistico ne è solo uno strumento. Non a caso stanno partecipando anche i gilet gialli con le loro azioni di guerriglia. Il 65% dei francesi si oppone a questa riforma e pure i più poveri sostengono che non è questo il momento di attuarla, data la già pesante crisi energetica in corso e la paura di impoverimento che cresce di giorno in giorno.

A proposito di guerriglia, le manifestazioni sembrano essere sempre più dure..

Sì, in Francia non possiamo nemmeno più ricevere un capo di Stato straniero perché non siamo in grado di garantire la sua sicurezza. E Macron non è il partito dell’ordine. Prova un piacere malsano nel caos, come durante le manifestazioni dei gilet gialli, quando ha lasciato che il disordine si organizzasse.

Sullimmigrazione lei ha da poco ribadito una fermezza tale da permettere una ripresa di controllo”. Cosa pensa dellaccordo tra la premier italiana Meloni e Macron, nel bilaterale di fine marzo, relativo alla missione congiunta in Tunisia, assieme allUe, e quindi della concordata collaborazione della Francia sul tema degli sbarchi?

Credo i francesi abbiano la stessa paura degli italiani di vedere il loro Paese scomparire. E che sempre i francesi come gli italiani non vogliano ricollocare gli immigrati all’interno dell’Unione, ma nei loro Paesi d’origine. Motivo per cui è necessario combattere affinché si varino delle leggi per consentire i rimpatri e i respingimenti delle navi, e si riveda il ruolo di ‘Frontex’. La priorità dell’Europa dovrebbe stare nella legalizzazione di rimpatri e respingimenti. La Francia di sicuro non è fatta per essere un albergo e uno sportello sociale. Assistenza sociale e assegni familiari vanno riservati ai francesi.Ci tengo inoltre a sottolineare la mia origine italiana, e il mio auspicio che questo splendido Paese conservi la sua italianità.

Sempre nel vertice bilaterale, Macron avrebbe chiesto il sostegno della premier italiana Meloni sullenergia nucleare. Lei è favorevole allatomo?

Emmanuel Macron è talmente a favore del nucleare che ha chiuso le centrali nucleari. La chiusura di queste e lo stop degli investimenti è una follia economica per la Francia. Da De Gaulle a Sarkozy tutti i leader si sono sempre battuti per la difesa del nucleare, un importante asset economico decisivo anche per la nostra sovranità energetica. Per questo chiedo anche all’Europa di non cedere agli “ayatollah” dell’ecologia e di non svendere il nucleare, ma di difenderlo. Il nucleare è molto più pulita di altri tipi di energia disponibili, ha meno emissioni. Sotto la pressione dei Verdi anche la Germania ha chiuso le centrali nucleari, e oggi inquina  molto più visto che utilizza quelle a carbone.

Sulla guerra Russia-Ucraina, la Cina ha proposto un piano di pace di 12 punti. Macron subito dopo ha annunciato linvio di altre forniture di armi pesanti al presidente ucraino Zelensky. Che ne pensa?

Con il mio partito abbiamo sempre condannato l’aggressione della Russia sull’Ucraina, ma ciò non significa che non dobbiamo essere vigili e attenti a non entrare in una escalation di guerra. La priorità è il dialogo e il primo passo per arrivarci è far comprendere alla Russia che nulla ha più da guadagnare da questa invasione e che deve perciò fermare le sue truppe. Potremmo anche essere a favore dell’invio di armi difensive, ma sicuramente non di missili a lungo raggio o di aerei che possono finire appunto per intensificare il conflitto.

Un piccolo spoiler per le presidenziali francesi 2027: sarai tu il candidato del Rassemblement National?

Penso sia prematuro parlarne, ma la candidata naturale oggi rimane ancora Marine Le Pen.