Nel Mondo delle Pmi

A Pitti Uomo la carica delle piccole imprese

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20di Pascale Mattei

«Un’edizione straordinaria». È questa l’espressione che ricorre più spesso nelle parole degli espositori che hanno partecipato alla 103ª edizione di Pitti Uomo, dedicata alla presentazione delle collezioni per l’autunno-inverno 2023-2024. Per tre giorni (il quarto è sempre un po’ più soft, ma non per questo meno interessante per i piccoli marchi che vi raccolgono il grosso degli ordini), un’atmosfera festosa e allegra, sotto un sole abbagliante, ha dominato l’atmosfera della Fortezza da Basso.

La cosa più incredibile è lo spirito molto positivo sia dei compratori che degli espositori, che è andato oltre le nostre aspettative.

Osserva l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone.

Nei corridoi dell’evento, si è ripetuto il fervore che ha caratterizzato l’evento fiorentino durante le edizioni pre-Covid. Come le decine di dandy che sfilano sulla piazza davanti al padiglione centrale, guantati, col cappello, con la barba curata: sono parte integrante del clima che molti considerano “unico”.

Grandi e piccoli nomi, «e peccato per gli assenti», commenta il presidente di Pitti Immagine, Claudio Marenzi, la maggior parte è rimasta entusiasta:

Siamo il riferimento mondiale per tutti coloro che cercano qualità e selettività.

Ne è un esempio Cruciani, che ha colto l’occasione per presentare il suo nuovo corso dopo la sua acquisizione, un anno fa, da parte del fondo Orlean Invest Holding. Obiettivo? Mantenere le proprie origini nel cashmere e diventare un marchio globale sul segmento del lusso. «Stiamo aprendo un nuovo capitolo», afferma il direttore commerciale Riccardo Antonioni, che ha presentato la prima capsule dedicata alla donna: una cinquantina di capi in cashmere che saranno venduti in 150 punti vendita nel mondo.

«Un’ottima annata», dice Emanuele Galatioto, uno dei direttori di Pashmere, che si rallegra della presenza di clienti provenienti dall’Europa dell’Est, affezionati ai suoi bomber in cashmere foderati di coniglio o castoro, pezzi unici che vengono venduti nelle boutique a più di 5mila euro.

Poco più distante, Herno ha creato l’evento in presenza di Carles Puyol, indimenticato campione del calcio: il marchio è infatti il nuovo fornitore ufficiale di abbigliamento formale dell’FC Barcellona: le squadre di calcio maschile e femminile, così come quelle della pallacanestro, indosseranno una collezione ad hoc durante le trasferte nelle competizioni europee.

Anche le due nuove sezioni del salone, PittiPets e theSign, sono state molto apprezzate dai visitatori grazie a una selezione di marchi fondati da appassionati che vogliono tutti raccontare una storia. È il caso di Baurdelle, un marchio di accessori per cani fondato dalla designer Claudia Tacchella, che ha lavorato a lungo per nomi come Duvetica e MSGM:

Volevo lanciare qualcosa che mi appartenesse, che mi assomigliasse e che mi divertisse.

È stato un successo: a meno di un anno dal lancio, il marchio ha fatto il suo debutto da Harrod’s in ottobre. Baurdelle piace per il suo approccio elegante e sexy, con accessori (catene, cinture, guinzagli e collane) pensati per la coppia “tale padrone tale cane”, simboleggiato da un adorabile bouledogue français.

Per theSign, i conigli giganti rosa e neri disegnati dall’azienda italiana Slide non sono passati inosservati. Ma molti si sono fermati anche allo stand Bidone, sedotti dallo slogan “We Bidone a better future”. Fondato cinque anni fa, il brand recupera delle taniche d’acciaio usate e le trasforma in oggetti di design: tavolini, poltrone, pouf, sgabelli da bar, lampade, mensole, portavasi…. Tutto è fatto a mano in una piccola azienda alle porte di Venezia.

Questo è il nostro primo evento e l’accoglienza è stata incredibile. Ci permetterà di creare una vera e propria rete di distribuzione.

Afferma Francesco Baroni, direttore marketing del marchio, che attualmente viene venduto principalmente attraverso il suo sito web.

Pitti Uomo è più che mai incentrato sulla sostenibilità, con una moltitudine di collezioni, spesso dei piccoli marchi che vi dedicano anima e corpo. Per questa edizione si possono citare almeno due esempi: Non Confunditur e Càpe Concept.

Fondata da Samba Gaetani e Cristiano Perrone, rispettivamente vegana e vegetariano, la prima sviluppa una linea di pelletteria elegante e funzionale prodotta in Toscana con pelli vegetali (scarti di cereali). Fondata a Verona,  Càpe (Caspita in dialetto veronese) propone una collezione di cappotti colorati realizzati esclusivamente a partire da Econyl, una fibra di poliammide rigenerata ottenuta con scarti raccolti negli oceani.

La sua fondatrice, la designer e sarta Nicoletta Baldo, lavora a stretto contatto con una cooperativa sociale composta da donne, SOS Donna che si occupa della produzione. A meno di un anno dal suo lancio, questa avventura al femminile e a km zero è già presente in 4 showroom nella Penisola, senza dimenticare il debutto all’estero, con una diffusione per ora in Svizzera e Austria.