Nel Mondo delle Pmi

Pitti Uomo, tanti dubbi e una certezza: il mondo vuole il Made in Italy

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Di che pasta sarà il 2023 nell’industria della moda maschile? Guerra in Ucraina, tensioni su prezzi (soprattutto per l’energia) e forniture di materie prime e semilavorati, dubbi sulla capacità produttiva, calo della fiducia dei consumatori… Le nuvole si addensano all’orizzonte. Ma in mezzo a questi dubbi, c’è una vera promessa, legata al buon gusto e al prodotto ben fatto:

Il nostro sistema sta tenendo e reagendo bene perché il mondo vuole e ha bisogno di prodotto italiano. È una certezza.

Afferma Claudio Marenzi, il presidente di Pitti Immagine (oltre che presidente e AD di Herno). Un’altra certezza è che l’annata 2022 è buona, nonostante un certo rallentamento negli ultimi due mesi. Marenzi cita in particolare un primo semestre «molto brillante», che ha permesso di stabilizzare la situazione.

Anche sul fronte delle esportazioni i dati sono positivi: la moda maschile italiana è rimbalzata del 26% nei primi nove mesi dell’anno (per un totale di 6,5 miliardi di euro, con un saldo commerciale di 1,3 miliardi). Al di là di Russia e Cina in calo per diversi motivi, sono molte le regioni del mondo che amano il Made in Italy: il mercato principale si è rivelata la Germania con una crescita del 24,9% (da sola assorbe l’11,2% del totale settoriale), davanti alla Francia (in crescita dell’31% e con una quota dell’11%) seguita dalla Svizzera, che si conferma un hub logistico e commerciale particolarmente strategico per il lusso, in aumento del +15,8% (e una quota del 10,9%).

Da sottolineare il balzo degli Stati Uniti, al quarto posto: l’export si impenna del 71%. Le vendite di menswear Made in Italy risultano in crescita di oltre il 17%  rispetto ai livelli pre-pandemici. Spostando l’esame ai settori, spicca la performance della camiceria (oltre +41% in nove mesi) davanti a cravatte (+32%) e maglieria (+23,7%).

Firenze passa il testimone a Milano

Tra Firenze e Milano esiste uno stretto legame, il famoso treno della moda che collega le due città nella giornata di venerdì dopo la chiusura di Pitti Uomo e poco prima dell’apertura di Milano Moda Uomo.

La settimana della moda italiana inizia a Firenze e finisce a Milano.

Ripete volentieri Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda. È vero che questa collaborazione giova al sistema italiano che obbliga i buyers a recarsi nelle due capitali, poco prima di Parigi che chiude il calendario internazionale.

Dal 13 al 17 gennaio, questa prossima edizione di Milano Moda Uomo promette di essere intensa con il ritorno di Gucci che rinuncia alle sfilate miste, e la presenza di tutti i grandi nomi che sfilano in passerella: da Giorgio Armani a Versace, passando per Dolce & Gabbana, Etro, Prada e Moschino. In totale, la manifestazione annuncia una quarantina di sfilate.