Edizione 21 - Tutti a casa da mamma Italia

In edicola dal: 27/01/2023

08 Inchiesta
08 Inchiesta

Tutti a casa da Mamma Italia: il fenomeno del reshoring, il rientro delle aziende in Italia o lo spostamento da un’area del mondo a un’altra è un fenomeno che interessa tutto il mondo occidentale. Possiamo parlare di deglobalizzazione? Probabilmente sì. L’inchiesta della settimana si focalizza proprio su questo. Mentre l’editoriale del direttore punta il dito sulle intercettazioni: «Ascoltare la vita degli altri…serve dove serve ma non serve più quando diventa patologia…». In vista delle Regionali in Lombardia i tre candidati principali raccontano al Settimanale i loro programmi e le loro idee su Pmi, crescita, sanità, trasporti. Buona lettura.

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Reshoring

Le opportunità della deglobalizzazione

Parla Alberto Forchielli: nel nostro Paese ci sono sia le competenze industriali sia i talenti intellettuali. Abbiamo tutte le carte per poter attirare gli investimenti generati dal reshoring dalla Cina.

Burocrazia

Regole certe e riforma tributaria per il reshoring italiano

Il ripensamento sulla globalizzazione ha messo lungo la strada del ritorno molte aziende che avevano delocalizzato, non solo per pagare meno tasse e salari più bassi. Ora il sistema Italia deve capire cosa le aveva spinte altrove e rimuovere le sue inefficienze

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Imprese e credito, meno debito e più finanza alternativa

Parla Dallocchio (Bocconi): le Pmi imparino a combattere l’illiquidità che le condanna a una dimensione ridotta anche quando hanno grandi potenzialità di crescita. Numerosi gli operatori che offrono nuove forme di credito, ma le aziende devono fare più sforzi sulla sostenibilità

Claudio Brachino

Le vite degli altri

Magistratura e politica si rincorrono in questo paese con reciproche scorrettezze da Tangentopoli in poi, un’inchiesta che non ha solo perseguito reati e responsabili ma ha chiuso un’intera stagione storica.

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Giustizia: il pericoloso equilibrio della maggioranza

La proposta di Nordio diventa terreno di caccia per gli alleati di governo della Meloni. Lei ha personalmente indicato il Guardasigilli e adesso deve fare i conti con il fuoco amico di Berlusconi, che rivendicava quella poltrona ma difende il ministro «garantista e liberale»